In Comune di Bolzano Hossein Mansouri, figlio delle poetessa iraniana ribelle Forugh Farrokhzad

Hossein Mansouri, figlio adottivo della celebre poetessa iraniana ribelle Forugh Farrokhzad, morta a Teheran a causa di un incidente stradale nel 1967, vive da quasi trent’anni a Monaco di Baviera. Oggi Hossein è  a Bolzano con il Centro per la Pace a ricordare la madre adottiva, una delle voci liriche più intense della letteratura persiana. L’iniziativa promossa anche dall’Ufficio Decentramento del Comune nell’ambito del ciclo: “Le giornate della cooperazione”,  è  promossa per presentare il film – per la prima volta con i sottotitoli in italiano – “Mond, Sonne, Blume, Spiel” (regia di Claus Strigel) che ricostruisce la storia di Forugh e del rapporto con il suo figlio adottivo, raccolto da un lebbrosario in Iran. L’incontro  alle ore 18 nell’aula C.201 alla LUB.
Hossein Mansouri è stato ricevuto e salutato stamane in Municipio dal Sindaco del capoluogo, Luigi Spagnolli.

Forugh Farrokhzad, la poetessa ribelle iraniana ancora oggi riferimento dei movimenti delle donne, dei circoli culturali, della ricerca di libertà degli iraniani in tutto il mondo, nel ’62 visitò un lebbrosario con l’intento di girare un film. Un bambino, Hossei Mansouri, attirò la sua attenzione al punto da prenderlo in adozione….
Oggi Mansouri è anche lui un artista: cantante, poeta, scrittore, da anni vive a Monaco. Durante l’incontro alla LUB verrà proiettato il film che racconta la straordinaria storia di Forugh attraverso gli occhi del figlio: “Mond Sonne Blume Spiel: ein wahres Märchen” che per la prima volta si potrà vedere sottotitolato in italiano. Hosein Mansouri, presente in sala, racconterà la sua storia e il suo legame con Forugh e verrà introdotto da Sabri Najafi.

Nel 1962 la giovane poetessa iraniana Forough Farrokhzad visita un lebbrosario sul quale vorrebbe girare un film.
La pellicola “The House is Black” (La casa è nera) ebbe un successo mondiale e tra le altre cose finì per sconvolgere la vita di un bambino che ebbe la fortuna di incontrarla. Una notte questo bambino viene portato via da quello che è un ghetto in un luogo isolato per ritrovarsi catapultato nel mondo bohemien della Teheran prerevoluzionaria.
Una docu-favola che inizia in un lebbrosario e per vie traverse porta al quartiere Westend di Monaco di Baviera, dove Hossein Mansouri, poeta iraniano in esilio, si mette alla ricerca di quel bambino e scopre un racconto orientale sulle sue origini e sul potere magico delle parole.

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