Il sospetto che la classificazione dei malati e dei morti Covid non fosse convincente aleggiava fin dalla primavera 2020: troppe incongruenze, statistiche e numeri di dubbia o arbitraria interpretazione. Il dibattito sui pazienti ricoverati a causa o con la malattia e sui decessi parimenti con o per Covid ha tenuto banco per mesi. Tuttavia, chi finora ha invocato semplicemente maggiore trasparenza sui dati (senza per questo negare o sottovalutare la pericolosità della patologia) è stato zittito senza concedere alcuna risposta, invece doverosa. Nelle ultime settimane si è assistito, però, a un cambio deciso di narrativa, propiziato dalla diffusione di una variante, Omicron, estremamente contagiosa (sia per vaccinati, sia non) ma meno aggressiva delle precedenti, a tal punto che, secondo buona parte della comunità scientifica, potremmo essere prossimi alla fine della pandemia. E, mentre diversi Paesi stanno “smantellando” il palco del Green Pass e delle restrizioni, il Governo italiano persevera con limitazioni e ricatti. Si osserva tuttavia che i cittadini iniziano lentamente a prendere consapevolezza della realtà e a interrogarsi su ciò che è accaduto negli ultimi 24 mesi. Per l’UCDL (Unione per le Cure, i Diritti e le Libertà), fondata e presieduta dall’avvocato Erich Grimaldi, gli aspetti su cui fare luce sono molteplici. Il legale, che si batte per l’introduzione di un protocollo domiciliare anti-Covid da circa due anni, desidera andare a fondo sulla questione. Dopo la presentazione di un esposto alle Procure di Roma e Bergamo (il nostro approfondimento: https://www.buongiornosuedtirol.it/2021/12/terapie-e-gestione-pandemia-esposto-del-comitato-cura-domiciliare-alle-procure-di-roma-e-bergamo/) alle quali ha chiesto di indagare sull’intera gestione dell’emergenza Covid (in particolare sulla mancata adozione di un trattamento domiciliare univoco e nazionale, come richiesto dal Senato della Repubblica l’8 aprile scorso: https://www.buongiornosuedtirol.it/2021/04/terapie-domiciliari-il-senato-approva-listituzione-di-un-protocollo-anti-covid/), l’avvocato Grimaldi ne ha depositato un altro, questa volta alla Corte dei Conti di Roma/Lazio, “affinché possa indagare su un presumibile danno erariale derivante da due importanti questioni”. La prima riguarda “il conteggio, come pazienti e defunti Covid, dei malati ricoverati per altre patologie e risultati incidentalmente positivi, sovrastimando i rimborsi agli ospedali”. La seconda: “Si indaghi inoltre sugli impegni contrattuali assunti con la Comunità Europea, già ad inizio pandemia, su un numero di dosi di vaccini (circa 240 milioni, con ipotesi di potenziali 4/5 dosi), fortemente eccedenti rispetto alle incertezze relative all’effettiva sicurezza dei prodotti e alla loro efficacia e utilizzo sulle varianti, con investimenti accordati, per altro, in assenza di autorizzazioni definitive da parte dell’Ema e dell’Aifa”.
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