In Alto Adige è scattato oggi l’obbligo dei “test nasali fai da te”, come previsto dall’ordinanza del presidente Arno Kompatscher. Chi non aderisce non può più restare in classe e deve passare in “didattica a distanza”. Questa mattina alcuni alunni che si sono rifiutati, e che quindi dovevano passare in Dad, sono stati accompagnati in un’aula separata. A questo punto su richiesta di genitori interessati sono stati chiamati i carabinieri che sono intervenuti in alcune scuole.
La Uil Scuola denuncia che “la politica ha alzato una bufera deleteria. La tensione questa mattina negli istituti è stata alta sfociando in episodi controversi. D’altronde è facile capire come i docenti siano disorientati in questa situazione stucchevole. In caso di alunni con i genitori che rifiutano il test nasale, gli insegnanti si trovano di fronte ad un dilemma. L’ordinanza provinciale li sollecita a rimandare gli alunni a casa per la didattica a distanza, ma le famiglie possono rifiutare il provvedimento chiedendo di fare vale quanto previsto da decreto legge”.
Interviene sulla questione il consigliere provinciale di FdI Alessandro Urzì. “L’immagine degli alunni di una scuola elementare di Bolzano prelevati dalla loro classe e inseriti un un’aula separata per seguire lezioni in DAD è stato uno dei momenti di caos totale della giornata odierna. Ora, aggiunge, deve essere il governo ad intervenire: almeno la scuola statale è statale e deve essere esercitato il pieno diritto di controllo da parte del governo se ritiene che i suoi figli debbano essere considerati tutti uguali.”
Giuliano Vettorato, l’assessore provinciale all’istruzione per la scuola italiana, replica di essersi attivato affinché nelle scuole in lingua italiana “il servizio di assistenza sia garantito da personale specializzato, quale quello della Croce Rossa e Croce Bianca”
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