Riconosciuto dai Carabinieri per una rapina tentata lo scorso 24 gennaio

I militari del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia Carabinieri di Bressanone hanno arrestato un marocchino per violenza e resistenza a pubblico ufficiale.
Lo scorso 24 gennaio presso un maso nella prima periferia di Bressanone, intorno all’ora di pranzo, una donna era rincasata e aveva trovato in casa un uomo intento a rovistare in giro. Il topo d’appartamento ha quindi aggredito la donna per impedirle di inseguirlo. Nella breve e impari colluttazione però la donna era riuscita sia a strappare il cappuccio del giaccone del ladro, sia a vederlo bene in faccia. La donna aveva anche provato a inseguirlo per farlo catturare ma il fuggiasco era scomparso nel nulla. Il reato commesso però si era aggravato poiché la violenza sulla vittima trasforma il furto in rapina.
La donna aveva aiutato il militari brissinesi a stilare un identikit. Così i carabinieri avevano un volto da rintracciare. Dalla descrizione l’autore era sicuramente straniero e così gli investigatori si sono orientati in tale direzione, specialmente tra quelli più ai margini della società, senza lavoro e senza fissa dimora.
E così l’altro giorno sono arrivati a un marocchino trentanovenne domiciliato a Fortezza, peraltro già noto per una rissa nel 2016 presso la mensa per i bisognosi di Bressanone. Rintracciatolo, i militari lo hanno portato in caserma a Bressanone per avviare a suo carico formalmente le indagini per rapina “impropria”.
Quando il nordafricano ha capito cosa stava succedendo, dopo che gli hanno comunicato che gli stavano sequestrando il telefono cellulare, ha tentato il tutto e per tutto per scampare alla denuncia. Ha agguantato il telefonino e puntato verso l’uscita e ha aggredito il militare che si è frapposto tra lui e la porta. È stato quindi bloccato ma ha continuato nella sua aggressività. È stato quindi bloccato e dichiarato in stato di arresto per resistenza e violenza a un pubblico ufficiale. Dopo averlo sottoposto ai consueti rilievi foto-dattiloscopici, i carabinieri – sentito il pubblico ministero di turno – lo hanno accompagnato al carcere di Bolzano, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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