Bolzano. Messa a porte chiuse in Duomo, “Dio più forte della morte”, ci dice Vescovo Muser

Nell’emergenza coronavirus, “la Pasqua non minimizza la paura della morte, ma ci offre una speranza che da soli non possiamo assicurarci e ci dice che Dio è più forte della morte“. Questo un passaggio dell’omelia del vescovo Ivo Muser che oggi, 12 aprile, ha celebrato la Pasqua a porte chiuse nel duomo di Bolzano. Quest’anno festeggiamo una Pasqua inedita che ci può insegnare, secondo Muser, “a trovare nuovi modi di pensare il nostro futuro, ad essere più consapevoli di ciò che conta davvero nella vita.“

Una Pasqua inedita, ma non meno sentita quella celebrata oggi dal vescovo Ivo Muser davanti ai banchi vuoti del duomo di Bolzano, con i fedeli che hanno festeggiato assieme al vescovo la più importante festa della cristianità attraverso la diretta tv, radio e sui social.“Quest’anno celebriamo la Pasqua con l’incubo del coronavirus, i timori, l’insicurezza, le conseguenze psichiche, sociali ed economiche che questa esperienza comporta. La Pasqua non minimizza la paura della morte, ma ci offre una speranza che da soli non possiamo assicurarci. Ci dice che la potenza di Dio non finisce con la morte! Non siamo noi a dover salvare noi e il nostro mondo. Questo può farlo solo Dio, che ci sostiene e si assume la responsabilità ultima. Dio è più forte della morte.“

È questa la Pasqua, il centro della nostra fede. “Se non fosse vero – ha aggiunto il vescovo – allora l’annuncio, la nostra fede, questa celebrazione pasquale, la nostra vita sarebbero vuote, senza senso e inutili.“ Monsignor Muser ha poi raccontato il recente dialogo con un suo amico insegnante, che gli ha chiesto il perché il cristiano debba sempre parlare di una vita dopo la morte. La risposta del vescovo: “Senza la Pasqua, alla fede cristiana manca il suo perché. Non sarebbe proprio nata. Tutto ciò che Gesù ha detto, fatto, osato, senza la Pasqua attraverso la sua croce sarebbe stato confutato. Dio stesso esiste soltanto se la vita, e non la morte, ha l’ultima parola.“ E Muser ha aggiunto una riflessione più personale: “Senza la Pasqua, io non saprei perché dovrei essere e restare cristiano. Sarei obbligato anche a rinunciare subito al mio servizio da vescovo, se non potessi più annunciare con convinzione che Cristo è veramente risorto!“

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