Più prodotti locali nei negozi dell’Alto Adige

L’Unione sostiene il nuovo progetto UE per una politica alimentare sostenibile.

“Qualità, prodotti e circuiti economici locali, trasporti brevi, sostenibilità, rintracciabilità dei prodotti, trasparenza e contatto personale – in breve fiducia verso i prodotti, i commercianti e i produttori sono fattori sempre più importanti per i consumatori, anche in Alto Adige”, afferma il presidente dell’Unione commercio turismo servizi Alto Adige Philipp Moser.
Per questi motivi, secondo l’Unione, il nuovo progetto pilota UE in materia di sostenibilità della politica alimentare va nella giusta direzione. Del resto, secondo gli studi, la fiducia negli acquisti è uno dei principali criteri di decisione per nove consumatori su dieci, come ricorda l’Unione. In Alto Adige l’iniziativa, presentata questa settimana con il nuovo marchio “local & fair”, dovrebbe aprire un binario privilegiato per gli alimenti regionali e sostenibili.
È necessario avvicinare i commercianti al dettaglio dell’Alto Adige con i contadini locali, così da soddisfare la sempre crescente domanda dei clienti soprattutto verso i prodotti freschi stagionali, come per esempio frutta e verdura, sottolinea l’Unione. “Gli acquirenti nel commercio al dettaglio devono poter contare su un’offerta affidabile. E questo, almeno fino ad ora, è riuscito troppo di rado, viste le difficoltà di garantire l’efficienza e la continuità della produzione e della struttura distributiva”, ribadisce Moser. Ora, però, la situazione dovrebbe cambiare. Già l’anno scorso, in collaborazione con il Bauernbund, l’Unione aveva lanciato il progetto pilota “Chi pensa globale, compra locale”, che prevedeva proprio la vendita di prodotti agricoli nei negozi.
Con le sue moltissime aziende piccole e a conduzione familiare nel settore alimentare e dei generi misti, il commercio in Alto Adige guarda con favore a questo sviluppo. “I contadini potranno ricorrere a una rete capillare composta da 300 negozi al dettaglio in tutta la provincia. Una rete che in altri territori non esiste più”, ricorda il presidente dell’Unione. Per esempio in Tirolo, dove 57 Comuni (dieci dei quali hanno più di 1.000 abitanti) non hanno più alcun negozio.
L’Unione è convinta che questo nuovo progetto sia in grado di rafforzare anche il commercio di vicinato e a far sì che paesi e città diventino ancor più vitali, vivaci e attrattivi per residenti, visitatori e ospiti. “È la chiusura perfetta per i circuiti economici regionali”, conclude il presidente dell’Unione.

In foto: Philipp Moser.  

 

 

 

 

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