“Se viene condannato in Italia, sconterà la sua pena in Italia, me ne occuperò personalmente” ha assicurato il ministro della giustizia norvegese Per-Willy Amundsen. Il 15 gennaio riprenderà in Corte d’Assise a Bolzano il processo a carico di Krekar, il cui vero nome è Najmuddin Faraj Ahmad imputato insieme ad altre 5 persone col l’accusa di associazione per delinquere con finalità terroristiche. Secondo l’accusa Krekar sarebbe il “capo spirituale” della cellula jihadista smantellata in seguito alla indagine del Ros di Trento, coordinata dal Procuratore della Dda Davide Ognibene. Il processo a carico dei sei presunti jihadisti era partito nel marzo scorso davanti alla Corte d’Assise di Bolzano. Nessuno dei sei imputati, difesi d’ufficio dalla avvocatessa Enrica Franzini, ha mai presenziato alle udienze. Il 15 gennaio il processo dovrebbe entrare nel vivo, dopo che negli scorsi appuntamenti erano stata esaminate le eccezioni e disposte le trascrizioni delle intercettazioni. Krekar, che non è mai stato in Italia si trova attualmente con la famiglia in Norvegia. L’uomo non è detenuto, ma è sprovvisto di documenti e la sua presenza irregolare sul territorio è “tollerata”.
Foto, Tribunale di Bolzano
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