Spagna. Caccia all’autista del furgone dell’attacco terroristico a Barcellona

Il Governo centrale del Regno spagnolo e le autorità locali della regione della Catalogna non sono in piena sintonia. Secondo il ministro dell’interno Juan Ignacio Zoido la cellula terroristica entrata in azione a Barcellona e a Cambrils sarebbe stata totalmente smantellata, mentre il portavoce del Mossos d’Esquadra (il corpo di polizia regionale della Catalogna) poco dopo le dichiarazioni del ministro ha precisato che l’indagine “resta aperta” e che saranno i loro dirigenti ad annunciare la conclusione delle indagini. Una dichiarazione sostenuta anche dal ministro degli interni della Catalogna, il consigliere Joaquim Forn, che l’inchiesta si chiuderà solo con l’arresto di tutti i membri della cellula terroristica. Ora, secondo fonti stampa spagnole la Polizia sarebbe alla ricerca Younes Abouyaaqoub, sospettato di essere stato alla guida del furgone omicida lo scorso 17 agosto. Sempre secondo i media spagnoli, Abouyaaqoub, un giovane di nazionalità marocchina residente nel covo di Ripoli, a nord di Barcellona, dove le forze degli ordine hanno eseguito tre arresti, fino al giorno dell’attentato avrebbe condotto una vita normale. Ora però la Polizia si sta concentrando anche su un altro soggetto, Abdelbaqi Es Stati, l’imam che da appena due mesi guidava il centro di preghiera di Ripoll. Secondo gli inquirenti Abdelbaqi Es Stati sarebbe un istigatore degli attentati di Barcellona e Cambrils. Dell’Imam per ora non ci sono tracce. Secondo quanto riportato da Famiglia Cristiana sembra che abbia lasciato l’appartamento dove abitava a Ripoll per un viaggio in Marocco qualche giorno prima dell’attentato.

Secondo quanto diffuso dalla stampa spagnola la comunità catalana avrebbe assorbito la maggior parte di immigrati di fede musulmana arrivati in Spagna negli ultimi anni. Giustamente, come sottolineano i media spagnoli, non sarebbe corretto vedere un rapporto di causa ed effetto fra immigrazione e terrorismo. È sorprendente che in Catalogna siano presenti un centinaio di luoghi di culto in cui si pratica l’Islam salafita, considerato il più radicale. Poco significativo, almeno secondo la stampa spagnola, il numero di “foreign fighters” spagnoli che si sono uniti alle milizie dell’ISIS in Iraq e in Siria.

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