Al “Picchio Nero” di Cles la personale di Fabio Girardi

Di Ivan Perretta

Per un mese saranno esposte le opere dell’artista poliedrico naïf Fabio Girardi all’osteria tipica di Cles “Picchio Nero”.

Fabio Girardi, classe 1989, è un artista di Taio in Val di Non, Comune di Predaia. Dopo gli studi superiori presso l’Istituto d’arte A. Vittorio di Trento, accede alla storica Accademia di Belle Arti di Firenze, dove studia pittura dal 2011 a 2013. In seguito decide di conseguire specializzarsi ulteriormente e inizia a frequentare l’Accademia d’Arte di Verona. Girardi è un artista poliedrico e la sua arte è di tipo naïf, fuori dagli schemi comuni e attuali. Girardi ha già esposto in zona, tra cui sei anni fa presso le scuole medie di Taio col sostegno del gruppo musicale punk-rock “Sonoris Causa”. Predilige le tecniche miste, ma anche l’incisione, le stampe a inchiostro e la scultura. Alcune opere s’ispirano ai grandi artisti del passato, come “La madonna” di E. Munch. Interessante il nome del percorso: “Fabio non deve morire”, un titolo che senz’altro fa pensare. Alla domanda perché mai avesse scelto Cles e in particolare il “Picchio Nero” come luogo per la propria personale, l’artista spiega che la locanda è da anni una location storica della buona Cles e inoltre un luogo tipico in cui gli artisti emergenti possono mostrare i propri lavori al grande pubblico. Benché Girardi tragga ispirazione da opere dei famosi del passato, da un punto di vista tecnico e stilistico è totalmente staccato da ogni corrente pregressa. Il suo lavoro denota una propria ricerca libera e senza influenze specifiche. Difatti non vi si trova neppure una qualsivoglia relazione tra le sue creazioni e la terra trentina, come se si sentisse uno straniero in casa propria.

 

 

 

 

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