Sergio Mattarella Presidente della Repubblica

È fatta, l’Italia ha un nuovo Presidente della Repubblica. Come previsto Sergio Mattarella al quarto scrutinio è stato eletto dal Parlamento persino con molti più voti di quanti fossero necessari. Mentre fino alla votazione di stamani si temeva che il candidato proposto dal Pd potesse anche non ottenere i 505 voti necessari, le cose sono andate diversamente e i voti sono stati 665. A differenza del fatidico 2013 gli elettori chiamati a eleggere il Capo dello Stato hanno mostrato senso di responsabilità, mettendo da parte i propri interessi e recriminazioni personali per dare un segnale forte e positivo. Non si può sottovalutare la bravura del Presidente del Consiglio Matteo Renzi nella scelta del candidato. Non votarlo perché? Perché il nome non era stato concordato prima con gli alleati? Beh, chi sale al Colle deve essere una persona competente e responsabile, senza tenere conto di opportunità di partito. Il Capo della Stato non è il rappresentante di una formazione politica o di un movimento, ma il Presidente della Repubblica, colui che in virtù del dettato costituzionale rappresenta l’unità nazionale del paese e garantisce l’integrità costituzionale. Che Mattarella sia la scelta più riuscita lo dimostrano le parole espresse dallo stesso dopo che il presidente della Camera gli ha comunicato la sua elezione: “Il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini. E’ sufficiente questo”. È vero, non è noto per essere una persona particolarmente loquace, ma cosa importa. Non è il numero delle parole che conta, ma la sostanza. Troppe volte i politici sorprendono per il semplice fatto di saper fare degli interventi fiume senza dire nulla. Ora certamente non mancheranno le polemiche di chi non l’ha votato contro chi ha deciso di appoggiare il candidato del Pd. Tanto fumo e poco arrosto, probabilmente sì! Contese poco fruttuose che presto saranno sostituite da altre questioni più importanti come il giuramento del nuovo Presidente alla Camera con pronuncia della formula di rito e assunzione delle funzioni presidenziali. Siccome la corsa al Quirinale è finita, da lunedì in poi potremo concentraci su altre faccende più urgenti per l’Italia, ma per ora godiamoci questo momento. In fin dei conti il prossimo Presidente lo voteremo tra sette anni. Comunque sia, non spetta a noi decidere e così perché non brindare per il bene del paese? Auguri Presidente!

Claudio Calabrese

Giornalista pubblicista, scrittore.

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