Negli ultimi giorni la Turchia è sotto i riflettori mondiali per una persona, Ekrem İmamoğlu.
İmamoğlu, sindaco di Istanbul e uno dei principali avversari politici di Erdoğan, è stato arrestato pochi giorni fa con l’accusa di corruzione e legami con un gruppo considerato terroristico dal Governo, anche se in tanti credono che sia solo una scusa per eliminarlo dalla scena politica turca.
Appena la notizia è uscita, migliaia di persone sono scese in piazza a Istanbul, Ankara e in altre città, riempiendo le strade per manifestare contro quello che vedono come un abuso di potere di Recep Tayyip Erdoğan, l’attuale presidente turco.
La risposta delle Autorità turche è stata immediata e dura attraverso l’utilizzo di gas lacrimogeni, idranti e oltre 1.100 arresti tra i manifestanti.
Per cercare di fermare le proteste il Governo nazionale ha disposto la chiusura di alcune fermate della metro e vietato i raduni pubblici con l’obbiettivo di limitare ogni residuo di opposizione politica e sociale del Paese.
Non solo sono stati arrestati i sostenitori di İmamoğlu scesi in piazza, ma da alcune fonti sembra che diversi giornalisti siano stati fermati e censurati mentre cercavano di raccontare le proteste.
İmamoğlu non è un politico qualsiasi, infatti, è uno dei pochi che ha davvero messo in difficoltà Erdoğan, tanto che, notizia di poche ore fa, sarà il candidato alle prossime elezioni presidenziali del 2028 contro l’attuale Presidente turco.
Il CHP (Cumhuriyet Halk Partisi), il partito del sindaco di Istanbul, ha definito l’arresto un vero e proprio “colpo di stato civile” e ha invitato i cittadini a non arrendersi e a perseguire nelle proteste per indebolire il sistema, per alcuni quasi dittatoriale, di Erdoğan.
La vicenda in queste ore è seguita anche fuori dalla Turchia, infatti, organizzazioni per i diritti umani e Governi stranieri stanno guardando con preoccupazione a quello che sta accadendo nel Paese tra l’Europa e l’Asia.
Dal carcere, İmamoğlu ha chiesto ai suoi sostenitori di restare uniti e di non cedere alla paura.
Il suo arresto potrebbe segnare un momento cruciale per il futuro politico della Turchia, e la tensione nel Paese è più alta che mai.
Seguire l’evoluzione di queste proteste è molto importante per vari fattori geopolitici internazionali e per la politica interna turca, tanto è vero che la Turchia è un attore fondamentale con un ruolo strategico tra l’Europa, il Medio Oriente e la Russia e le manifestazioni di queste ore non solo influenzeranno i rapporti internazionali, ma anche la Politica turca stessa, considerando le presidenziali del 2028.