Riforma Abitare, un’occasione mancata per l’Alto Adige

Il Consiglio provinciale ha approvato una legge che, purtroppo, è facile prevedere non sarà risolutiva della crisi abitativa in Alto Adige. “Il problema principale è l’offerta insufficiente, soprattutto a Bolzano. Serve un piano di edilizia pubblica su larga scala. Di leggi ne abbiamo tante, quello che manca sono gli alloggi e solo aumentando l’offerta potremo arrivare a un calo dei prezzi”, afferma il consigliere provinciale Paul Köllensperger.

La legge introduce invece l’obbligo di convenzionamento al 100% per le nuove costruzioni, ma questa misura rischia di diventare un boomerang, facendo aumentare ulteriormente i prezzi, perché se costruire diventa meno lucrativo, ci saranno nuove cubature in meno, aggravando la scarsità di alloggi. Inoltre, il modello delle abitazioni a prezzo calmierato, appena partito, in questo modo di fatto viene abolito. “Senza margini di guadagno, il rischio è che si costruisca ancora meno”, prosegue Paul Köllensperger.

Le maggiori criticità della nuova legge:

  • convenzionamento totale: l’obbligo al 100% non ha prodotto effetti positivi nei comuni dove è già in vigore e rischia di paralizzare il mercato immobiliare;
  • esodo giovanile: ogni anno circa 2mila giovani lasciano la provincia. Senza alloggi accessibili e stipendi competitivi, l’Alto Adige non è attrattivo come datore di lavoro e perderà ulteriore capitale umano;
  • norme poco flessibili: la legge non tiene sufficientemente conto delle differenze tra comuni turistici, aree periferiche e le città, imponendo regole uniformi quando invece serve più autonomia per i Comuni;
  • ambiente e paesaggio trascurati: le modifiche alla legge “Territorio e paesaggio” favoriscono nuove cubature nel verde agricolo;
  • affitti brevi: il nuovo articolo contro l’uso improprio degli alloggi per fini turistici è condivisibile, ma rischia di essere inefficace e giuridicamente impugnabile, come dimostrato da una recente sentenza;
  • nessun vincolo sociale permanente per gli alloggi con prezzo calmierato su terreni edificabili sovvenzionati.

Il Team K propone un cambio di rotta: investimenti pubblici in edilizia sociale per appartamenti destinati al mercato dell’affitto con canoni proporzionati al reddito, semplificazione normativa per il riutilizzo di volumetrie esistenti e maggiore autonomia ai comuni.

“Nel lungo periodo, la legge contiene alcuni approcci interessanti, in particolare il modello dell’‘edilizia abitativa senza scopo di lucro’. La sua efficacia dipenderà però in modo determinante dalle prossime decisioni e dalla sua rapida attuazione. Anche gli aumenti e le semplificazioni dei contributi per l’edilizia abitativa sono da accogliere con favore, ma anche in questo caso resta da vedere se l’elaborazione delle domande e l’erogazione dei contributi avverranno più rapidamente. Resta un punto interrogativo se con questa legge il costo dell’abitare diventerà più sostenibile per chi ha un reddito medio”, afferma Maria Elisabeth Rieder.

“La riforma dell’abitare contiene sicuramente alcuni approcci positivi che contribuiranno ad attenuare le tensioni sul mercato immobiliare. Non ci si possono però aspettare effetti immediati. Purtroppo, la maggioranza non è riuscita a introdurre un vincolo sociale permanente per i terreni edificabili e gli alloggi convenzionati. L’impatto dell’edilizia abitativa senza scopo di lucro sul mercato immobiliare e sulla pressione dei prezzi sarà difficilmente percepibile, vista la mancanza di un’analisi preliminare e di risorse finanziarie sufficienti nel bilancio provinciale” afferma Franz Ploner.

Foto, da sinistra Alex Ploner, Maria Elisabeth Rieder, Paul Köllensperger e Franz Ploner