L’Europa non è la S. Vincenzo della Cina, l’UE avverte “non è possibile dare carta bianca a Shein e Temu”

L’Unione commercio turismo servizi Alto Adige si appella all’Unione Europea affinché siano presi dei provvedimenti concreti per arginare la sempre crescente massa di spedizioni a basso costo provenienti dalla Cina.

L’Unione sostiene pertanto l’iniziativa della Federazione tedesca del commercio HDE volta a richiedere un’azione decisa in occasione della riunione dei ministri delle finanze dell’UE in programma il 20 giugno.

Ogni anno, tramite piattaforme come Shein e Temu, miliardi di spedizioni partono dalla Cina per raggiungere i clienti finali in Europa. Dato che il valore della merce raramente supera i 150 euro, non vengono applicati né dazi doganali né oneri per l’importazione, con un conseguente mancato guadagno per l’UE pari a miliardi di euro di entrate. Allo stesso tempo, le autorità doganali sono oberate di lavoro e la contraffazione dei prodotti e le violazioni dei diritti di proprietà intellettuale sono in aumento. A risentirne maggiormente sono i rivenditori nazionali.

Come segnale chiaro, l’Unione auspica quindi che la prevista riforma doganale dell’UE venga accelerata e che l’attuale soglia di 150 euro per la franchigia doganale venga abolita il prima possibile. “La data di attuazione attualmente prevista, cioè il 2028, è semplicemente troppo tardi”, sottolinea Moser.

“Non è possibile che le aziende europee debbano soddisfare tutti i requisiti di legge mentre i concorrenti cinesi possono aggirare senza ostacoli le normative UE”, sottolinea il presidente dell’Unione Philipp Moser.

Foto. Philipp Moser