Antonio Lorenzon, giovane medico ventinovenne presso l’Azienda Sanitaria di Bolzano al dipartimento di prevenzione, si candida per il Consiglio comunale di Bolzano con la Civica “Io sto con Bolzano” capitanata da Angelo Gennaccaro quale candidato sindaco.
«Conosco Angelo da tempo e lo stimo molto. Prima dell’inizio della campagna elettorale ci trovavamo ogni lunedì presso la sede del Movimento per discutere sui vari temi da inserire nel programma elettorale. Questo intenso dialogo costruttivo mi ha stimolato ad essere partecipe della squadra ed è così che ho deciso di candidarmi», racconta Antonio, detto Toni Lorenzon.
In merito alla sua professione il dott. Lorenzon, che ha trascorso la sua infanzia e adolescenza a Gries, osserva che dal punto di vista sanitario sul piano comunale c’è poco e niente, giacché le competenze sono prevalentemente della Provincia. Da uomo incline al metodo scientifico, è convinto che bisognerebbe essere più concreti nell’approcciarsi ai processi politici, poiché è cosa ormai arcinota che le troppe promesse effimere hanno fatto perdere la fiducia nella politica. «La mancanza di fiducia nelle istituzioni è un fenomeno che condiziona la società nel suo complesso», spiega Toni, il quale alla precisa domanda circa l’annoso problema relativo al carocasa punta il dito sul fatto che molti giovani devono lasciare Bolzano, perché non riescono a sostenere le consistenti spese assorbite da tale fenomeno.
«Sono convinto che la politica comunale possa intervenire in modo mirato per migliorare la situazione pilotando le concessioni edilizie, ovvero sostenendo le cooperative».
In merito alla tanto discussa questione sicurezza Toni fa presente che tale competenza non è del Sindaco, ma delle Forze dell’Ordine. «Ciò non significa, però, che il Comune non possa fare nulla, bisogna individuare misure concrete», spiega Lorenzon e illustra la possibilità di istallare in determinate zone illuminazioni che si attivino solo in presenza di affollamenti in modo da evitare un superfluo inquinamento luminoso.
«Sono anche certo che servano misure di prevenzione che possano educare e sensibilizzare le persone in merito alla violenza giovanile e sulle donne», delinea Toni, che rammenta, inoltre, quanto in città scarseggino canali atti a renderla più viva. «Bolzano è adatta per mettere su famiglia solo per chi se lo può permettere», sostiene con rammarico Lorenzon, che registra la carenza di una serie di stimoli per coloro che vogliano fare attività sportive e vivere la cultura fuori dai soliti ritrovi.
«Mancano palestre, non ci sono convenzioni per giovani desiderosi di fare sport, un’attività decisamente unitiva», lamenta Toni, che non chiude gli occhi neppure di fronte all’evidenza della viabilità bolzanina non proprio efficiente.
«Preferisco, quando posso, spostarmi in bicicletta, fatto che non significa assolutamente che bisogna sopprimere le automobili», mette le mani avanti il medico, il quale suggerisce un ticket d’ingresso in città per i turisti e un parcheggio d’entrata da usufruire per i pendolari. «Naturalmente a costi contenuti in modo da essere usato il più possibile. «Immaginerei anche la possibilità di posti auto per i bolzanini che usano la macchina di rado», propone Lorenzon, che pensa in grande auspicando per il futuro una sorta di ferrovia urbana che colleghi i quartieri nuovi con il nosocomio bolzanino.