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La coralità popolare ha un futuro? Due giorni a Pergine Valsugana

5 Maggio 2024

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La coralità popolare ha un futuro? Due giorni a Pergine Valsugana

La vitalità del canto popolare cresciuto nel solco della tradizione e oggi al centro di un articolato processo di rinnovamento, è emersa ieri e oggi a Pergine, dove partecipanti e spettatori hanno gremito prima il teatro comunale e poi il salone Jellici di Palazzo Tomelin, sede della Cassa Rurale Alta Valsugana, per seguire i lavori e due concerti di Piattaforma Folk, una due-giorni di confronti, approfondimenti pratici e riflessioni, promossa dalla Federazione Cori del Trentino per capire se “la coralità popolare ha un domani” (titolo dell’evento). La risposta è stata affermativa a giudicare dall’apprezzamento del pubblico innanzitutto per i cori che si sono esibiti, due dei quali provenienti dall’Emilia e dal Piemonte e altri due trentini, tutti forti di una lunga esperienza: il Montecastello di Parma, La Rupe di Quincinetto (Torino), il S. Ilario di Rovereto e il Genzianella di Tesero. Filo conduttore dei canti: la figura della donna descritta mentre lavora, colta nella sua bellezza e cantata per l’amore che sa donare. Paolo Bergamo, presidente della Federazione Cori del Trentino, ha sottolineato nella sua introduzione al concerto di ieri il senso di questa seconda edizione di Piattaforma Folk, voluti per mettere a fuoco il tema del canto popolare fiorito soprattutto il secolo scorso, il suo valore identitario che ancora coinvolge e commuove ma che oggi sta sensibilmente cambiando, sia pure in continuità con il passato. Il legame consolidato tra cori federati e territorio è stato poi evidenziato dall’assessore alla cultura di Pergine Morgan Betti e dal vicepresidente della Cassa Rurale Alta Valsugana Giorgio Vergot. A salire ieri sera per primo sul palco del teatro comunale è stato il Coro Genzianella di Tesero diretto da Diego Cavada, che ha proposto Meneghina, Fila Fila e La mia bela la mi aspeta, brani armonizzati da musicisti del calibro di Luigi Pigarelli e Arturo Benedetti Michelangeli, seguiti da Deh ti desta fanciulla la luna di Roberto Gianotti, Come Giulieta di Terenzio Zardini e Na volta gh’era di Gianni Malatesta. Lunghi e calorosi applausi hanno salutato l’esibizione del Coro Montecastello di Parma per ‘Ndormenzete popin e La bella al mulino, armonizzati da Arturo Benedetti Michelangeli, e per altri quattro brani musicati da Giacomo Monica, direttore della stessa formazione vocale mista emiliana: Donna padana, La figlia più bella, il ballo della sposa e Filastrocca. A chiudere la serata di ieri è stato il Coro S. Ilario di Rovereto diretto da Federico Mozzi con La Cartolina, di Bruno Bettinelli e due dei brani più noti e popolari di Luigi Pigarelli: Ai preat e Serenata a Castel Toblin. Ultimi tre canti regalati al pubblico dalla formazione vocale della val di Fiemme: Io son la Linda di Terenzio Zardini, Risonanze (con testo di Norma Lutzemberger musicato da Giuseppe Calliari) e Passando per di qui di Terenzio Zardini, tratto dal repertorio del Coro Sass Maor. Piattaforma Folk è proseguita stamane con una tavola rotonda seguita con interesse dal pubblico nella splendida cornice di Palazzo Tomelin, nel corso della quale vari esperti trentini e di altre regioni si sono confrontati sulle criticità e sul futuro della coralità popolare. Nell’occasione sono anche stati illustrati i contenuti del bando elaborato dalla commissione artistica della Federazione, sulla base del quale sarà possibile iscriversi e partecipare alla quinta edizione del Concorso nazionale Luigi Pigarelli che Pergine ospiterà nella primavera del 2025. Piattaforma Folk si è conclusa con il concerto affidato al Coro La Rupe di Quincinetto, diretto da Domenico Monetta, giunto dalla provincia di Torino. La formazione vocale vincitrice l’anno scorso della IV edizione del Concorso nazionale Pigarelli per cori popolari maschili, promosso dalla Federazione trentina, ha presentato sette brani dedicati alla donna: Un Pais, di Claudio Tonino e Camilla A. Piovano, La mia Valle di Gemma Rosada e Battista Pradal, ‘L canarin di Balocco/Novelli/Dante Conrero, il celeberrimo Sui Monti Scarpazi di Antonio Pedrotti, Una Tomba Per Alice, di Mario Marelli, Lei fu Amore, di Alessandro Lutman e Nicola Forlin e infine Verdi pascoli, di Dante Conrero.

Immagine. Dibattito: ”La coralità popolare ha un futuro?”