Nella primavera del 2021, la Giunta provinciale aveva respinto la richiesta di un proprietario di immobile di Brunico relativa alla trasformazione della zona produttiva Nord1 presso la circonvallazione Nord di Brunico per potervi esercitare il commercio al dettaglio. L’obiettivo del cambio di destinazione era sanare l’apertura – già avvenuta e non legittima – di un negozio di drogheria. Dopo una lunga lite giudiziaria, il Consiglio di Stato a Roma ha ora emesso un giudizio definitivo confermando la risposta negativa della Provincia.
L’Unione commercio turismo servizi Alto Adige accoglie con favore questa decisione che ristabilisce il diritto. “Finalmente questa sentenza fa chiarezza sulla situazione giuridica e ribadisce, in maniera univoca e inequivocabile, il principio alla base della nostra urbanistica: il commercio al dettaglio appartiene ai centri urbani e alle zone residenziali di paesi e città, e non deve stare al loro esterno – come per esempio nelle zone produttive, dove il commercio al dettaglio è limitato ai beni ingombranti”, spiega il presidente dell’Unione Philipp Moser.
Se, in un centro abitato, sono disponibili sufficienti aree libere, è qui che il commercio al dettaglio si deve espandere – ed è appunto questo il caso di Brunico. “A questo proposito un sentito ringraziamento va anche al Comune di Brunico e alla Provincia Autonoma di Bolzano, che hanno sempre percorso questa via contribuendo al suo consolidamento”, aggiunge Moser.
Moser, poi, fa ulteriore chiarezza sul tema: “Noi accogliamo sempre con grande favore i nuovi insediamenti commerciali, che siano grandi, medi o piccoli, se essi avvengono nei centri urbani e nelle zone residenziali. In questo modo è possibile garantire un giusto equilibrio tra piccoli e medi negozi a conduzione familiare ed esercizi della grande distribuzione. Il commercio dovrebbe insediarsi e svilupparsi all’interno di paesi e città, non al loro esterno. L’Alto Adige ha bisogno di centri urbani vivi, vitali e attrattivi, sia nelle aree metropolitane che in quelle rurali”.
Foto, Philipp Moser