

Sono le 17:00 di pomeriggio e ci rechiamo nella sede di “VITA” in viale Stazione a Bolzano presso lo studio legale dell’avv. Renate Holzeisen. A riceverci, oltre alla dottoressa Holzeisen, capolista di “Vita”, ci sono la dottoressa Lorena Tagnin, seconda in lista e membro dello studio legale, nonché il noto medico bolzanino Maurizio Adami, anche egli candidato della lista.
Esordisco chiedendo alla capolista se e come le modifiche volute dall’Organizzazione mondiale della Sanità, ovvero OMS, del Regolamento internazionale sanitario potranno minare l’Autonomia provinciale del Sudtirolo. In partica se tale modifica potrebbe ridurre la sovranità della Repubblica in ambito sanitario e quindi anche della Provincia di Bolzano.
Renate Holzeisen mette subito in chiaro che l’Autonomia provinciale prevede competenze primarie quali il Turismo, l’Artigianato, l’Agricoltura, la Protezione civile, le Scuole materne, il Sociale (case di riposo, assistenza, ecc.), l’Edilizia abitativa, i Trasporti pubblici e l’Urbanistica. Competenze che potrebbero essere compromesse qualora l’Italia perdesse la sua sovranità nazionale.
Chiarisce, inoltre, che se l’Italia dovesse cedere la sua sovranità all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – come già sta facendo tramite l’Unione Europea – l’Autonomia del Sudtirolo di fatto sarebbe azzerata, fatto che dovrebbe allarmare tutti sudtirolesi di tutti e tre i gruppi linguistici.
Circa l’entrata in vigore delle modifiche del Regolamento Sanitario Internazionale, ovvero RSI, l’avvocata Holzeisen specifica che tale provvedimento equivale ad una ristrutturazione permanente dell’ordine costituzionale di ogni Stato membro dell’OMS, e dunque anche dell’Italia. L’avvocata bolzanina non ha dubbi sul fatto che ciò comporterebbe la dipendenza totale dall’arbitrarietà incontrollata di un piccolo gruppo di funzionari dell’OMS, che non rispondono delle proprie azioni ai popoli degli Stati membri.
«Nel momento in cui i massimi vertici della Repubblica Italiana dovessero acconsentire all’entrata in vigore per l’Italia delle modifiche del Regolamento Sanitario Internazionale (RSI), perché l’Italia non dichiara espressamente il rigetto di tali modifiche, la Repubblica Italiana di fatto perderebbe la sua forma repubblicana perché sottomessa all’arbitrio della direzione di un’organizzazione che si troverebbe nelle mani di privati con fondamentali conflitti d’interesse rispetto a noi cittadini», afferma Holzeisen, che fin da ora prevede che “Vita” chiederebbe ai massimi vertici della Repubblica Italiana l’interruzione immediata dei negoziati in merito al Regolamento Sanitario Internazionale e al contratto pandemico, nonché un’adeguata, completa e trasparente informazione della popolazione.
In considerazione del fatto che l’Adige Adige sia considerata la provincia più novax d’Italia chiedo a Renata Holzeisen se questo significhi che l’altoatesino medio sia contro la scienza. L’esperta giurista che è anche dottore commercialista, risponde con una domanda retorica su chi possa definire cosa sia effettivamente scienza e cosa no e fa riferimento a una pubblicazione americana di Robert F. Kennedy “Turtles All The Way Down: Vaccine Science and Myth”, secondo la quale la sicurezza dei vaccini, anche di quelli tradizionali, sarebbe ancora da dimostrare.
Holzeisen è dell’avviso che i responsabili della salute pubblica farebbero bene ad affrontare la questione delle vaccinazioni in modo profondamente scientifico e non puramente dogmatico prima di denigrare le persone che viceversa hanno mantenuto una sana vigilanza durante tutto il periodo di emergenza Covid. Un’emergenza che secondo l’avvocata è stata gestita in modo scellerato e disumano, soprattutto nei confronti dei numerosi operatori sanitari che per scelta personale hanno deciso di non sottoporsi a quella che l’avvocata definisce un’«inoculazione di un farmaco e non un vaccino».
«Ho potuto constatare durante la pandemia che molti accademici non fecero vaccinare i loro figli, starei molto attenta all’utilizzo del termine “istruzione”.
In uno Stato democratico e in una società libera deve essere possibile garantire all’individuo un processo decisionale autonomo e consapevole, senza denigrare o addirittura discriminare le persone le cui opinioni e decisioni differiscono da quelle della maggioranza».
In merito ai protocolli medici introdotti per tutelare i sanitari da azioni legali, il medico Maurizio Adami spiega che questi in realtà limitano il medico nella sua funzione fondamentale, perché non è libero di agire secondo scienza e coscienza. Adami richiama l’attenzione sul fatto che molti medici che operano nel settore pubblico si trovino in stato d’insofferenza non potendo esercitare la propria professione come dovrebbero perché tenuti a comprimere eccessivamente il tempo da dedicare al paziente.
Lorena Tagnin, infine, mette in chiaro che “Vita” non vuole essere disfattista e spaventare le persone, ma informare e mettersi a servizio della Comunità.
Foto, Renate Holzeisen