Il Club Armonia di Trento presenta “UN LIBRO DI SANGUE”, atto unico di Renzo Fracalossi

Liliana Segre, Samuel Modiano, Andra Bucci, Tatiana Bucci, Goti Herskovitz Bauer, Edith Bruck Steinschreiber. Sono questi gli ultimi Testimoni italiani della Shoah, le ultime Voci che ci parlano dall’oscura profondità dell’orrore. 
Ci avviciniamo rapidamente al tempo in cui anche questi ultimi Testimoni varcheranno, purtroppo ma ineluttabilmente, la soglia del Destino e quando non ci sarà più nessun Sopravvissuto tutto cambierà e la Memoria verrà slacciata dal nostro quotidiano, mentre la deriva del ricordo rischierà di prendere il sopravvento e la nebbia dell’indifferenza tornerà a risalire dal mare dell’ignoranza. 
Consapevole di tutto ciò, da anni il Club Armonia si interroga su cosa e quanto sanno i nostri contemporanei dell’Olocausto, al di là di alcune generiche nozioni. Cosa sanno dei precedenti e delle similitudini? Cosa sanno dell’infinito ripetersi dell’odio?   
In risposta, per quanto parziale e limitata, a queste domande, “UN LIBRO DI SANGUE”, atto unico di Renzo Fracalossi a cura del Club Armonia, prova a portare in superficie un esempio di straordinaria rilevanza, quello cioè fra la persecuzione antigiudaica esplosa nella penisola iberica nel XV secolo e l’antisemitismo nazista del secolo XX, scrivendo, attraverso questi percorsi paralleli, appunto un “libro di sangue”. 
La nuova produzione, realizzata in collaborazione con il Coordinamento Teatrale Trentino e Mediocredito Trentino Alto-Adige/Südtirol, è stata presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa da Renzo Fracalossi, presidente Club Armonia e autore, e Loreta Failoni, presidente Coordinamento Teatrale Trentino.
Somiglianze, ma anche distanze, fra i due piani che non si intersecano ma si succedono, nella consapevolezza che “tò historein”, ovvero l’indagine storica dalla quale nasce la Storia stessa, è cosa ben diversa da “Mnemosìne”, cioè la musa della memoria. Quest’ultima, rimanendo comunque un frammento individuale e fragile, ha il compito di segnare tracce, indicare approfondimenti, suggerire ricerche, custodendo al contempo sensazioni ed emozioni. Alla Storia invece il dovere di narrare e spiegare cosa porta alla cacciata, alla forzata conversione ed allo sterminio degli ebrei in Spagna e Portogallo sul finire del Quattrocento ed appunto quali similitudini hanno evidenza con la persecuzione nazifascista del Novecento.
Una sorta di “teatro-documento” che si dipana su di un fondale musicale capace di raccogliere e trasmettere la tradizione sefardita e quella ashkenazita, al fine di comporre un esaustivo quadro didattico su di una pagina poco nota dell’antisemitismo d’Europa.

Foto, Loreta Failoni e Renzo Fracalossi

 

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