Anche l’economia dell’Europa va alla guerra, la guerra di Putin contro l’Ucraina. L’Unione europea ha già approvato quattro pacchetti di sanzioni contro la Russia per mettere in difficoltà il regime e contribuire, così, alla difesa degli ucraini aggrediti. A questa decisione dell’Ue senza precedenti e di portata storica, e alle sue ripercussioni sull’Italia e sul mondo, Federico Guiglia ha dedicato i “Dialoghi” di marzo dell’Accademia di Merano, incontrando e intervistando in video-conferenza (già caricata su Youtube https://youtu.be/Gq2czP_gGTk e su Facebook https://www.facebook.com/akademiamerano/videos/2394316680708902) l’economista e grande esperta di politiche europee Antonia Carparelli, che insegna all’Università Lumsa di Roma e ha lavorato con funzioni dirigenziali alla Commissione Europea dal 1993 al 2021.
“A condizionare il nuovo scenario è il fattore dell’impalpabile incertezza sull’economia sull’onda del drammatico conflitto in corso”, spiega l’esperta. “E l’incertezza, diceva Keynes, è la nostra ignoranza del futuro. Ma già oggi possiamo prevedere che solo l’inflazione ci costerà almeno mezzo punto di Pil. Non credo a una vera e propria recessione pur da alcuni prospettata. Ma alla fine questa guerra sciagurata avrà effetti sulla crescita e sull’occupazione”. Al punto da dover riscrivere il Pnrr, il piano nazionale per la ripresa che fu elaborato dopo un’altra guerra, quella contro il Covid? “L’impianto è ancora valido perché è stato pensato in un’ottica di medio e lungo periodo col 37 per cento delle spese destinate alla questione dei cambiamenti climatici e il 22 alla modernizzazione digitale”, risponde la studiosa. “Il Pnrr non è obsoleto, ma va reso più attuale, adattando tempi, condizioni e obiettivi realistici alla luce del nuovo contesto”.
Secondo Antonia Carparelli la risposta unitaria dell’Ue deve ora portare a un processo di integrazione europea sulla difesa e la politica estera, sulla gestione dei rifugiati con regole comuni e sull’autonomia strategica dell’energia. “Per consolidare i valori occidentali la realtà farà emergere di fatto la triangolazione di Germania, Francia e Italia, i Paesi con maggior peso”, sottolinea. “Alla Germania ci lega anche la grossa dipendenza dal gas russo e l’industria manifatturiera molto integrata”. Dopo la grande prova dell’Ue, che ha reagito all’unisono con le sanzioni contro Putin, Carparelli crede “in un’Italia più europea e in un’Europa più italiana” per l’Unione europea in cammino.
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