Bolzano ha una rete stradale satura che impedisce una progettazione sia della crescita della città che del necessario sviluppo viario. La città capoluogo non può estendersi invadendo la campagna limitrofa cementificando la superfice territoriale. Dal 2000 ad oggi Bolzano è cresciuta di quasi 20.000 unità e per il 2030 sono previsti 4.000 nuovi alloggi per ospitare l’incremento abitativo di circa 8.500 persone. Dal punto di vista della mobilità si consideri gli spostamenti quotidiani che questo incremento comporterà, oltre agli attuali 160.000 della Zona produttiva. L’Areale, il più grande centro di intermodalità della provincia quando sarà ultimato, avrà un impatto viario con un traffico otto volte superiore a quello del Twenty, il nuovo polo per lo shopping e l’intrattenimento bolzanino.
Stefano Fattor, assessore comunale alla mobilità si pone il problema a fronte di questo quadro di disporre risposte a lungo termine ma anche di breve periodo in modo tale che il piano della mobilità sia concorde con quello urbanistico.
È stata questa la tematica della nostra conversazione con l’Assessore, tenendo conto del fatto che nel 2019 i bolzanini hanno bocciato il progetto del tram, che nel 2020 l’emergenza Coronavirus e le Comunali hanno congelato tutto. Stefano Fattor ora vuole uscire da questa situazione di stallo, indicando come risposta al problema del traffico la realizzazione della variante alla statale 12.
Il tema dello spostamento in galleria dell’A22, molto più ambizioso di quello della variante, presenta tante complicazioni cominciando dalla questione della concessione non ancora definita, che se non saranno risolte, si dovrà ricorrere alla gara, processo per il quale serviranno dai 3 ai 5 anni. Ma Bolzano ha bisogno di risposte immediate, di ciò è convinto l’Assessore alla mobilità.
Lo scenario possibile è quindi la variante alla statale 12 con la conseguenza fondamentale che riguarda la limitazione quanto più possibile dell’uso dell’automobile in determinate ore del giorno riducendo l’intensità, gli accessi e la pendolarità. Si tenga conto che il 10% delle macchine in transito sono di attraversamento, il 45% sono di traffico interno e il restante 45% riguarda i pendolari. Le infrastrutture d’appoggio per la mobilità alternativa potrebbero essere il metrobus e la super-ciclabilità cui sta lavorando la Provincia per agevolare la raggiungibilità con i comuni adiacenti. Bisogna, inoltre, pensare alla necessità di imporre restrizioni quali ad esempio un ticket d’ingresso in città che potrebbe essere rimodulato con diverse alternative.
L’Assessore, sempre aperto al dialogo, è dell’idea che bisogna agire perché le cose non si tirino troppe per le lunghe, evitando contraddizioni tra lo sviluppo urbanistico e la necessaria riqualificazione della rete viaria.