Affitti Ipes, sospensione concessa con clausola capestro

CNA-SHV: “Somme da restituire entro l’anno. Si cambi il paradigma dei bilanci pubblici”

CNA-SHV ha preso atto con preoccupazione che la sospensione degli affitti agli inquilini Ipes, imprese comprese, deve essere richiesta attraverso un modulo che contiene una clausola capestro con cui il richiedente si impegna a pagare entro il 31° dicembre 2020 i canoni di locazione e spese accessorie pregressi.

“Riteniamo – afferma Claudio Corrarati, presidente di CNA-SHV – che, alla base di questa modulistica, ci sia un ragionamento imbalsamato sui bilanci pubblici che non tiene in alcuna considerazione il grave danno economico causato dal virus e dal prolungato lockdown. In pratica, istituti pubblici e società partecipate, dopo aver concesso la sospensione di affitti e pagamenti vari, sembra che debbano comunque chiudere l’anno con i risultati previsti di bilancio, senza ipotizzare un passivo che consenta agli utenti di rientrare molto gradatamente dal pregresso”.

CNA-SHV fa presente che alcune attività non sanno ancora quando potranno ripartire. E, ripartendo, molte attività, anche inquiline dell’Ipes, non è detto che riescano a ritornare a regime, per effetto delle restrizioni che rimarranno per un periodo relativamente lungo.

“Per esempio – chiarisce Corrarati – un bar che riaprirà, forse, a giugno dovrà tenere distanti i clienti e avrà una produttività limitata, tale da non riuscire a saldare, entro l’anno, gli arretrati di un affitto per locali in cui l’attività economica risulterà ridotta”.

È necessario – secondo CNA-SHV – che vengano concesse proroghe, anche attraverso garanzie accessorie delle cooperative di garanzia, ma senza mettere nella modulistica la spada di Damocle sulla testa delle aziende entro fine anno, come se alla ripartenza niente fosse accaduto negli ultimi due mesi.

“Nulla sarà più come prima – conclude Corrarati – e chi decide, a livello di enti pubblici, deve tener presente che imprenditori e datori di lavoro non possono essere messi sullo stesso piano di un lavoratore dipendente, nel momento in cui si pianifica la ripresa. La produttività sarà diversa per mesi e su questo dato dobbiamo programmare gli aiuti, anziché programmare i rientri dei canoni non pagati per effetto della pandemia e non certo per incapacità imprenditoriale”.

Foto, Claudio Corrarati, presidente CNA-SHV.

 

 

 

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