Conte separa i due aspetti, quello politico da quello giudiziario, e impone il suo ruolo.
Saranno revocate le deleghe al sottosegretario ai Trasporti leghista indagato per corruzione. Ma Siri ribadisce la sua innocenza, e quattro minuti prima l’inizio della conferenza stampa di Conte sulla questio, il sottosegretario annuncia di non dimettersi ora, ma nel giro di poche settimane. “Confido che una volta sentito dai magistrati la mia posizione possa essere archiviata in tempi brevi. Qualora ciò non dovesse accadere, entro 15 giorni farò un passo indietro”, dice il sottosegretario.
Il capo del governo va su tutte le furie e, giunto livido di indignazione in sala stampa con mezz’ora di ritardo, annuncia:”Non mi voglio erigere a giudice del caso, ma la questione politica ha un corso diverso da quella giudiziaria. Le dimissioni si danno o non si danno. Le dimissioni future non hanno senso”.
In tal modo il Presidente del consiglio ribadisce due aspetti della vicenda: Da un lato il versante politico e non quello giudiziario che a lui spetta di valutare, dall’altro impone il suo ruolo sia al diretto interessato, sia ai due vicepremier. Il pentastellato Luigi di Maio nascondendo a stento la soddisfazione, sottolinea in Tv che “in un Paese civile funziona cosi”, mentre Matteo Salvini, mantenendo la stento la calma fa sapere che “a me va bene qualunque cosa, purché me la spieghino”.
Roma, Palazzo Chigi, sede del Governo