“Non fare al tuo vicino quello che ti offenderebbe se fatto da lui” L’incipit di quest’articolo parte da Pittacco, ( 650 a.C. circa – 570 a.C. circa) un antico filosofo greco considerato uno dei “Sette Sapienti”. Una sorta di pantheon greco in cui alcune figure pubbliche furono esaltate dai posteri come modelli di saggezza pratica e autori di massime poste a fondamento della comune sensibilità culturale greca. Pittacco, quindi ricorda moltissimo il principio cristiano che recita più o meno “non fare agli altri ciò che non faresti a te”. In queste semplici parole in realtà ci sta tutta la civiltà umana, se solo per qualche ora gli abitanti della Terra dessero retta a Pittacco cesserebbero guerre e ruberie. Probabilmente non accadrà mai ma a sono in molti nel piccolo a provarci,ma in augguato ci sono i “monoverità”. In un mondo sempre più liquido e caotico a venir meno sono proprio le verità assolute, ma i monoverità come monaci, preservano l’idolo della Verità Assoluta( la loro). Tali presunte verità infatti, sempre ponendo esistano sul serio, non popolano il magma politico italiano odierno, assai deforme ed incline al vivere alla giornata. Nel paese del sole infatti vige una sorta di strano atteggiamento in politica : una parte è convinta fortemente d’esser nel giusto, ciecamente, assolutamente, in una sorta di custodia perenne del vero più assoluto. I principi di tale parte sono dati per scontati, sono scolpiti nella verità più assoluta. Un tempio alla “verità più vera”. Custodi di questo tempio sono gli adepti, i monoverità appunto, adoratori del Dio Slogan, veri paladini della giustizia (la loro s’intenda), difensori degli ultimi( i quali hanno pià danno che altro). Tali paladini sono sguinzagliati più che altro nella rete, folli batter di dita ad ogni post non allineato, come segugi fiutano qualsiasi pensiero divergente e lo circondano. Si trasformano poi in lupi famelici (anche senza luna piena) ed attaccano i malcapitati di turno con epiteti offensivi o denigrandoli. Eppure nel tempio le parolacce e la maleducazione sarebbero bandite, ma tutto è accettato in questa Crociata del giusto, del vero. I monoverità non hanno scrupoli di sorta. Si muovono però in branco, aizzando, urlando metaforicamente sul web le loro frustrazioni che scaricano su chiunque non la pensi come loro al millimetro. Metaforicamente inchiodano la vittima in un post e la bersagliano, rigorosamente in gruppo, di modo che per l’ accusato non sia possibile nessuna difesa. Chi dice d’avvicinarsi alla loro matrice ideologica, ma non del tutto (a detta loro) è bollato come “non degno” del pensiero da loro considerato unico e vero. Una distorsione del pensiero libero che partorisce un mostro : una sorta di democrazia assoluta ove la verità è spacciata come “pensiero comune”. Sono molte le persone che soffrono questo bullismo particolare, per paura si nascondono, evitano di dire la propria in un contesto che dovrebbe essere libero come il web. I monoverità in realtà non sono molti, del resto non sono tante querce a destare impressione, ma solo quella che viene dilaniata da fulmine. I monoverità sono custodi di questa democrazia assoluta quanto deviata nei principi e da mattina e sera non fanno altro che dividere il Creato, i buoni (chi la pensa come loro) da una parte, i cattivi dall’altra. La triste realtà di chi ideologicamente dovrebbe difendere il basso che si ritrova a ragionare come in alto : una sorta d’oligarchia del pensiero, uno sparuto gruppo che diffonde morale a senso unico, giudica, provoca ed evita contri campali (che perderebbe, lapalissiano quanto banale la verità stia nel mezzo ). Lo stesso Socrate fu vittima di fondamentalismo democratico, immolato in nome di verità di principio, il grande filosofo fu sacrificato. Oggi la democrazia pare taroccata, verniciata e soprattutto, con buona pace di Pittaco, esula dal principio base da lui enunciato. Democrazia taroccata.
In foto, Parlamento, organo rappresentativo della volontà politica dei cittadini