Bolzano. Testamento biologico, dignità e libertà tutelate.

Tra gli aspetti da migliorare, la possibilità delle Asl di garantire la presenza di medici non obiettori di coscienza

Dignità umana e libertà della persona, i due principi garantiti dalla legge di iniziativa parlamentare sul fine vita e approvata in prima lettura dalla Camera l’altro ieri – giovedì 20 aprile – con 326 voti favorevoli e 37 contrari. A meno di ventiquattro ore se ne parla a Bolzano nella sala di rappresentanza del Comune, alla presenza di Delia Murer, deputata di Articolo Uno –Movimento democratico e progressista e prima firmataria del progetto di legge, con Mina Welby, nota per il suo impegno a favore di una morte dignitosa nell’incontro moderato dal deputato sudtirolese Florian Kronbichler.

Sempreché la legge faccia in tempo ad approdare in Senato, ha fatto presente Delia Murer, “perché i tempi sono molto stretti “– è finalmente in dirittura d’arrivo la legge, detta anche sul testamento biologico, che garantisce  a tutte le persone che hanno raggiunto la maggiore età di esprimere la propria volontà sui trattamenti sanitari compresa l’idratazione e la nutrizione artificiale al fine di opporsi ad un eventuale accanimento terapeutico. Fino ad oggi, l’unica possibilità in Italia di sottrarsi all’accanimento terapeutico è di recarsi, contro la legge italiana, in uno Stato estero dove l’eutanasia è consentita legalmente. Esperienza fatta da Mina Welby con il marito Piergiorgio dieci anni fa, e quindici giorni orsono con Marco Trentini. Questa legge dà la possibilità a tutti di morire con dignità, “sono libera di decidere per me, è un grande risultato”- ha detto Mina Welby, mentre sugli aspetti tecnici si è soffermata diffusamente Delia Murer.

Ci sono aspetti da migliorare”, ha convenuto la Murer, anche sollecitata dal dibattito che in pratica si è svolto quasi unicamente su questo argomento, poiché un articolo parla di obiezione di coscienza che i medici possono rivendicare. “Saranno le Asl che dovranno prevedere la presenza di medici non obiettori così da garantire il diritto del malato”. Ora la legge passerà al Senato,” al quale chiediamo una atto di generosità, visto che il tempo disponibile è davvero poco”.

Foto, Mina Welby

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