Bolzano. Quattro novembre nel capoluogo, insulti dal partito di Eva Klotz

I tempi cambiano ma Südtiroler Freiheit resta uguale a se stessa e Kollmann dà il meglio di sé.

I principi e i valori democratici che sono alla base dell’unita nazionale che per tradizione si ricordano il 4 novembre, come hanno ricordato ieri mattina a Bolzano le massime autorità politiche civili e militari in piazza Walther, non sono offensivi per nessuno, a meno che in maniera pregiudiziale non si voglia vedere in chi li esprime un nemico acerrimo, da insultare con espressioni di assoluta volgarità.

Ieri mattina il commissario del governo Elisabetta Margiacchi, il sindaco di Bolzano, Renzo Caramaschi, il vicesindaco, Christoph Baur, l’assessore, Sandro Repetto, il vicepresidente della Provincia, Christian Tommasini, il sindaco di Laives, Christian Bianchi, di fronte ai reparti della Forze armate schierati hanno sottolineato l’attualità della cerimonia del 4 novembre. Margiacchi ha inteso ricordare come queste cerimonie “contribuiscano a mantenere vivi nella memoria collettiva e dei giovani in particolare i principi e i valori democratici nel ricordo di quanti hanno per tali ideali sacrificato anche la propria vita.”

Caramaschi, sottolineando la presenza del suo vice di lingua tedesca, Christoph Baur, ha inteso evidenziare “che i tempi sono cambiati, è cambiata l’Europa, è cambiata la mentalità della gente, le fratture si ricompongono e si è compreso – ha detto – che i morti dell’una e l’altra parte vanno rispettati.”

Mentre venivano pronunciate espressioni di pacificazione, in un clima di rispetto e non di “festa”, e veniva espressa la considerazione che “la civiltà progredisce” – così Caramaschi – arrivava il comunicato di Christian Kollman, portavoce di Südtiroler Freiheit che paragonava l’Italia che sena i suoi confini “ai cani che marcano il territorio facendo la pipì”.

Reazioni sdegnate da parte di Alessandro Urzì, consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore, e di Enrico Lillo, coordinatore altoatesino di Conservatori e Riformisti, pronti a presentare querela per diffamazione nei confronti della Südtiroler Freiheit.