Bolzano. Se l’Alimarket era inadeguato per gli Alpini, lo è anche per i profughi

Il sindaco, “Facile mettere i migranti in grandi strutture della Zona industriale.

Fitto calendario di incontri previsto dal sindaco Renzo Caramaschi sulla questione sempre più complessa della ospitalità-assistenza ai profughi. A breve con il Comitato Sicurezza, con l’assessora Martha Stocker, con il Consorzio dei Comuni e Comunità comprensoriali per trovare una via d’uscita che sollevi il Comune di Bolzano dalla accresciuta presenza dei profughi.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso di una situazione giudicata ormai al limite è stata la chiusura improvvisa del Centro di Consulenza Profughi decisa dalla Caritas dopo il giro di vite imposto dalla Provincia sulla accoglienza dei cosiddetti “fuori quota” e in particolare della fasce vulnerabili: donne incinte, con bambini al di sotto dei 14 anni e malati. Il Sindaco cita i numeri. Su 1100 profughi “ufficiali”, quelli cioè previsti dal Ministero degli Interni, ben 550 sono nel capoluogo ai quali bisogna aggiungerne quasi altrettanti “fuori quota”, così che si arriva a circa 1.000. Una parte di questi sono “fantasmi”, ospitati in parte al centro ex Lemayr, altri sono sotto i ponti, altri riparati tra i piloni dell’autostrda.

Dopo la decisione della Caritas ieri un gruppo di migranti si è presentata negli uffici del Servizio di Integrazione sociale dell’Assb chiedendo l’assistenza finora ricevuta dalla Caritas. L’incontro è degenerato, tanto che il direttore Alexej Paoli ha dovuto chiamare la Polizia. La situazione è tornata alla normalità quando sono stati annunciati cinque giorni di proroga. Ma l’ex magazzino Alimarket, che la Provincia aveva preso in affitto quest’estate quando si prevedeva l’ondata di profughi,  non è adatto per rifugiare persone e il sindaco è pronto a porre il veto. Era ed è rimasto un magazzino, ha detto ieri in conferenza stampa e la destinazione d’uso non è cambiata. “Se non era adatto ad ospitare gli Alpini quando c’è stata l’adunata – hanno ricordato Caramaschi e il suo vice Christoph Bau r- secondo quanto sentenziò la Provincia, quella struttura ora è inadeguata anche per i profughi.” Il Sindaco poi ha rincarato la dose. “Ricordo il mese scorso la riunione del Consorzio dei Comuni cui prese parte Stocker. In quella occasione l’Assessora fu fin troppo dura nel “minacciare” i sindaci inadempienti sulle quote di accoglienza. Sono passate le scadenze, ma da allora non è successo nulla. Con i Comuni della periferia, la Provincia usa sempre tante premure, si attende che il sindaco sia d’accordo, che si attivino corsi per i migranti, eccetera. Con Bolzano invece si fanno assai meno problemi”. E ancora, riferendosi all’offerta gratuita di maso Zeiler a Gries da parte del proprietario rispetto alla quale da Sindaco e Vicesindaco non è stata fatta alcuna “pressione” per l’apertura, Caramaschi ha commentato: ”Diciamo che vorrei più Frasnelliin periferia…”

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