Mcdonald’s in crisi: la crisi nel panino più famoso del mondo?

Il giornale britannico The Independent sciocca il mondo con rivelazioni a dir poco inaspettate, tramite un sondaggio, afferma infatti che il colosso americano dei fast food, ovvero Mcdonald’s, starebbe affrontando una crisi senza precedenti. Due anni di bilancio negativo spingerebbero quindi la catena addirittura alla recessione ed irrimediabilmente alla chiusura. Nessuno avrebbe ipotizzato, che un’azienda mondiale e all’apparenza florida, della portata di Mcdonald’s, avrebbe mai subito un momento di cedimento, figuriamoci il fallimento.

Il sondaggio di Mark Kalinowski è stato effettuato su 29 dei concessionari americani dell’azienda, che gestiscono 226 ristoranti negli USA, gli stessi hanno ammesso lo scontento e le paure che li affliggono, affermando che quest’anno è stato quello peggiore dei dodici anni di attività. Solo nel 2014 si stima che il fatturato risalga al 15% in meno, ossia 4,76 miliardi di dollari. Il malcontento è stato testato però solo sull’1% del totale, infatti i franchising sono tremila e gestiscono il 90% del complesso, 12.600 franchising su 14.000 ristoranti Mcdonald’s. L’intervistatore ha chiesto ai 29 concessionari, un giudizio complessivo sulla catena, che andasse da 1 a 5, la valutazione emersa risulta 1,69, opinione decisamente preoccupante e negativa.

Molte delle introduzioni ideate dall’amministratore delegato Steve Easterbrook appaiono agli occhi degli esperti come una manovra estrema per risollevare l’azienda. Sembra proprio che Mcdonald’s tenti di aggiornarsi e stare al passo con i tempi,  provando ad adattarsi ai gusti di una clientela sempre più esigente. In particolar modo la possibilità di fare colazione 24 ore su 24, “Create Your Taste” e l’introduzione di un menù online hanno creato stress e difficoltà nella gestione delle ordinazioni per i dipendenti dell’azienda.

Uno degli intervistati afferma: “Stiamo provando ad essere troppe cose insieme per troppe persone”. Mcdonald’s si sta snaturando, tenta di offrire un servizio troppo vasto, perdendo così una linea coerente di stile. Pare alcune persone inoltre, inizino a sensibilizzarsi sull’argomento del junk food, prediligendo alimenti più sani e meno calorici. Ma la battaglia sull’importanza di una corretta alimentazione non è ancora vinta, tanti infatti abusano dei cibi spazzatura, facendo ingrassare le aziende concorrenti.

Non è una novità che la nostra salute dipenda maggiormente da ciò che mangiamo. L’avvento dei fast food ha incrementato notevolmente l’insorgenza di gravi patologie come obesità, ipertensione e diabete, malattie che hanno colpito una notevole quantità di persone di ogni età ed origine. Le grandi catene di junk food sorgono in tutte le città, in posti strategici e funzionali come aeroporti, centri commerciali ed altri luoghi pubblici. L’aumento di una vita frenetica e costosa ha determinato l’accesso facilitato a pasti economici, veloci e di basso valore nutrizionale come hamburger ripieni di salse, patatine fritte e bibite gassate. Nonostante la forte presenza di campagne mediche informative sull’importanza di una sana alimentazione, tante persone ancora non si rendono conto dei rischi che corrono a prediligere spesso e volentieri alimenti dannosi.

Anche se Mcdonald’s chiudesse, cantar vittoria sarebbe inutile, in quanto una miriade di altre catene di fast food prenderebbe il suo posto. Il danno non sta nel mangiare un hamburger, ma nell’abusare quotidianamente di alimenti dannosi per il nostro organismo.

Marco P.

Denise B. blogger

Marco P.

Giornalista pubblicista, originario di Bolzano si occupa di economia, esteri, politica locale e nazionale

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Marco P.

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