Immunità parlamentare, ora di cambiare qualcosa?

Sono passati pochi giorni dal voto in Senato in cui 189 senatori hanno detto ‘no’ all’arresto del collega Antonio Azzolini, e la questione ha fatto scaturire una discussione interessate circa l’immunità parlamentare. Infatti, come scrive oggi “Il Messaggero”il ministro della Giustizia pare essere propenso per una riflessione su una modifica dell’istituto dell’immunità parlamentare. Come riportato dal quotidiano, per Orlando la discussione ormai sarebbe più di carattere politico e si guarderebbe poco al merito, cosicché si potrebbe fare una riflessione seria sulla tematica. Il Guardasigilli, nel corso della trasmissione “In Onda” su La 7, avrebbe ipotizzato che la decisione sulle richieste di arresto per i parlamentari potrebbe essere affidata ad un organo terzo come la Corte Costituzionale. Certo, sarebbe una grande riforma rispetto al passato, ma come sostiene lo stesso ministro, oramai lo schema si sarebbe rovesciato e se nel passato le richieste a carico di deputati e senatori venivano regolarmente rispedite al mittente, oggi vengono accettate nella stragrande maggioranza dei casi. Chissà se una riforma così incisiva è possibile in Italia? Rivedendo la Costituzione, senza rivedere le ragioni dell’istituto in quanto tale potrebbe anche darsi. Giustamente il ministro osserva – continua il quotidiano –  che la valutazione sulla congruità o meno della richiesta di arresto di un parlamentare avanzata dalla magistratura, spetterebbe ad un soggetto terzo che non può essere né la magistratura stessa né il Parlamento, e pertanto la Consulta. Circa l’appello di chiedere scusa dopo il ‘no’ del Senato all’arresto del senatore Azzolini, fatto da Debora Serracchiani al Pd, il ministro, come riportato da “Il Messagero” non sarebbe dello stesso avviso, poiché secondo lui prima di parlare sarebbe meglio avere piena conoscenza di tutto il contenuto delle carte, soprattutto quando si tratta di temi così delicati come quello della privazione della libertà personale. Probabilmente una riforma di questo tipo non la vedremo in tempi brevi, comunque sia è interessante che se ne parli concretamente. Intanto però attendiamo la grande riforma costituzionale prevista entro l’autunno.

In foto: il ministro della Giustizia Andrea Orlando

Claudio Calabrese

Giornalista pubblicista, scrittore.

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Claudio Calabrese

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