Bolzano, disuniti per perdere meglio

Ci siamo, Fratelli d’Italia ha annunciato che Maria Teresa Tomada sarà il candidato sindaco del suo partito per le prossime comunali di maggio di Bolzano. Peccato, una possibilità in meno per il centrodestra di Bolzano di correre in modo unito dopo che Alessandro Urzì pochi giorni fa ha ufficializzato la propria candidatura come candidato sindaco per Alto Adige nel cuore, sostenuto da Forza Italia. Ora bisogna vedere cosa faranno le altre formazioni come la Lega e Casapound. Secondo quanto pubblicato dall’ Alto Adige online Fratelli d’Italia sarebbe disposta ad aprire ai collegamenti di lista con le medesime formazioni politiche. In ogni caso tutto a favore del centrosinistra e in particolare del sindaco uscente Spagnolli che non dovrà competere con un centrodestra compatto. È vero, anche a sinistra le cose non sembrano così scontate, soprattutto ora che le primarie di coalizione non si faranno, ma salvo particolari imprevisti la SVP sosterrà Spagnolli al primo turno e questo potrebbe garantirgli una vincita immediata, anche perché molti elettori stanchi delle diatribe fra i partiti potrebbero rinunciare al proprio diritto di voto. Certo, non si tratterebbe di una riconferma ampia, ma quanto basta per governare altri cinque anni. Vedremo l’evolversi della situazione, in particolare delle liste civiche di Angelo Gennaccaro e Dado Duzzi che non sono da sottovalutare e forse molti elettori snervati dalla situazione potrebbero aggrapparsi a queste, oppure alla lista del Movimento 5 Stelle che non è da minimizzare. Poi chissà, magari entro la presentazione delle liste ci sarà ancora qualche sorpresa con un movimento di sinistra pronto a correre con una lista autonoma. Insomma, una situazione più complicata del previsto e se qualcuno sperava di non ritrovarsi a maggio con un Consiglio Comunale variopinto, ahimè, molto probabilmente dovrà farsene una ragione. Finché gli italiani non si sentiranno a casa loro e non troveranno un comune denominatore, la competizione politica resterà sempre una questione interna tra gli italiani, a prescindere che l’alto Adige è la casa di tutti e che gli obiettivi dovrebbero essere comuni. Ma come disse già Terenzio “Quot nomine tot sententiae”, pertanto tanti uomini tanti modi di pensare.

Claudio Calabrese

Giornalista pubblicista, scrittore.

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