Alessandro d’Alessandro, unico compositore italiano premiato ad Odessa

D’Alessandro è un musicista di grande talento, molto conosciuto anche in Alto Adige, benché ora viva a Napoli. Studia musica e composizione con grandi maestri, tra cui Eugenio D’Alessandro, Antonio Iorio e il Maestro Pachetti. Fin da giovanissimo si dedica con grande passione allo studio dell’Opera e si specializza nello stile verista con l’opera Luisa Sanfelice, dedicata alla giovane eroina napoletana nel 1799. Studia canto gregoriano e musica rinascimentale e compone musiche per film d’essai per il teatro. Ha al suo attivo una serie di musiche da camera e orchestra, tra cui “Serenade pour un sans-papier”, “Ananda”, “Sacre Coeur”, nonché brani per chitarra e per mandola e mandolino. Recentemente a Odessa è stato premiato in un’ambitissima kermesse artistica come unico italiano. Incuriositi abbiamo contattato il Maestro d’Alessandro per parlare con lui della sua premiazione a Odessa (Ucraina), della sua attività artistica e dell’Alto Adige.  

Parlami della tua attività artistica e culturale. Se ho ben capito, giri molto.

La mia attività riguarda la musica a 360 gradi, soprattutto la musica classica e in particolar modo operistica: a me piacciono tutti i generi musicali. L’ultimo lavoro che sto facendo, infatti, riguarda gli arrangiamenti per il cd di musica leggera cantautoriale. Studio di continuo le partiture dei grandi compositori, scoprendo formule geniali, magie (magari nascoste) che contraddistinguono la loro opera, in particolare Rimsky-Korsakov (il grande maestro) e Händel (il grande). Ho girato abbastanza in Germania, Usa, Francia, ma preferisco rimanere nella mia città, che adoro nonostante tutto…, Napoli.

Tu hai vissuto diversi anni anche in Alto Adige. Ti manca il Sudtirolo? Come giudichi il substrato culturale della nostra terra?

Sono stato tanti anni a Bolzano, le mie due bellissime figlie sono nate li, e sono perfette bilingui. Sono andato via per motivi personali e nostalgia della mia città, ma l’Alto Adige rimane nel cuore, la calma (forse troppa) e i paesaggi sono unici.  C’è qualche politico arrogante (ma mai come i politici dell’Italia meridionale). Si sa, il tentativo di fare cultura è molto sentito, in Alto Adige, però manca il confronto. Conosco benissimo la realtà culturale, ho organizzato per 8 anni un festival di musica etnica in Piazza Walther a Bolzano, con la presenza “ballante” di 2000 persone circa, una bella esperienza, che non so se la rifarei…magari invitando a ballare certi politici e banchieri un po’ miopi…?

Abbiamo saputo che sei stato premiato a Odessa. Raccontaci della tua esperienza e del premio.

Una mattina di pochi giorni fa ho ricevuto all’alba una telefonata, che ritenevo uno scherzo goliardico…, invece mi comunicavano di aver vinto il 1° premio come compositore a Odessa, in una kermesse ambitissima, l’unico italiano sono io, e con una giuria di musicisti russi, di cui la mia stima è altissima. Una doccia fredda bellissima! La motivazione del premio è stata l’opera lirica che ho scritto con il libretto di Riki D’Alessandro e Vincenzo De Simone “Luisa Sanfelice”, dedicata a un’eroina della rivoluzione di Napoli nel 1799. Questa mia opera, che ho composto in 10 anni di lavoro, è piaciuta a Napoli a un grande Direttore d’Orchestra Giuseppe Schirone. Questi con la sua Accademia l’ha messa in scena a febbraio di quest’ anno, con un bel successo di critica e pubblico. 

Quali sono le tue prossime mosse in ambito artistico. Hai già pianificato dei progetti?

La Russia mi sta coccolando, nel senso che ha voluto l’opera per 4 recite, oltre a concerti di Mozart, Puccini, Pergolesi e canzoni classiche napoletane. Con la direzione del Maestro Schirone, andremo dal 1 al 15 dicembre prossimo sui monti Urali, nel Teatro di Stato Opera di Bashkir (Ufa, Russia) e altre località. Sono al lavoro su altre piéce musicali, uno scherzo sinfonico “Ananda”, ispirato alla nascita e al mondo rituale e magico di Khrisna; e un’Opera buffa (penso di essere tra gli ultimi contemporanei che ne scrivono una) sul mondo animale. Spero di avere tanto tempo per studiare, perché sono sicuro che non basta una vita per poter capire la musica. Mio padre, grande violinista e mio zio, 1° violino al San Carlo di Napoli, mi hanno insegnato che solo ascoltando e studiando si può farcela nel mondo dello spettacolo.

 

Claudio Calabrese

Giornalista pubblicista, scrittore.

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