Un eroe che unisce e ricorda cosa significa testimonianza.
“Questo martire scomodo ci stimola al coraggio civile e a fare i conti con le pagine oscure della storia dell’Alto Adige. Dobbiamo guardare a quel periodo così triste per tante persone di questa terra: è un compito quello di guardare alla nostra storia con onestà e in uno spirito di riconciliazione. Questo è il messaggio del nostro nuovo beato”, ha detto ieri – 18 marzo 2017 – il vescovo Ivo Muser, davanti alle duemila persone presenti in duomo per la beatificazione di Josef Mayr Nusser, oltre ad Albert, figlio del martire, il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi, Arno Kompatscher e tutta la giunta provinciale, il prefetto Elisabetta Margiacchi, il presidente della Camera di Commercio Michl Ebner, solo per citare alcuni nomi importanti tra i presenti.
Ci preme ricordare oggi anche un acuto giudizio espresso dall’allora vescovo di Bolzano e Bressanone Wilhelm Egger in occasione del 50esimo anno della morte di Josef Mayr Nusser,il il 24 febbraio 1995 a Stella di Renon. “La figura di Josef Mayr Nusser è una figura per tutta la nostra terra. È una figura che fa riflettere sul valore di una vita dedicata alla testimonianza. Josef Mayr Nusser ricorda a tutti noi qualche vocabolo sparito dalla circolazione:l’importanza della testimonianza. Josef Mayr Nusser ha lavorato soprattutto per l’Azione Cattolica che stava nascendo, aveva capito l’importanza della formazione dei laici. Questo era il suo impegno come dirigente dell’Azione Cattolica… Di Josef Mayr Nusser abbiamo la testimonianza di uno che stava dalla parte di Dio e per questo anche dalla parte dell’uomo.”
Non a caso queste parole venivano pronunciate a Stella di Renon dove c’è un Centro di formazione della diocesi e dove tredici anni dopo la sua morte, quindi nel 1958 le sue spoglie furono trasportate da Erlangen, dove morì il 24 febbraio 1945, e riposte nella chiesetta di San Giuseppe. Leggiamo questi particolari significativi della vita di Josef Mayr Nusser nell’eleborato a cura di Irene Argentiero e don Josef Innerhofer in occasione della beatificazione del martire