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Bolzano. Baby gang, in carcere minorile due boss

16 Giugno 2016

Bolzano. Baby gang, in carcere minorile due boss

Antonella Fava, capo della Procura dei minorenni ha reso noto i risultati di un’indagine su 15 minorenni

Antonella Fava, capo della Procura dei minorenni di Bolzano, ha illustrato nel corso di una conferenza stampa i risultati dell’indagine durata alcuni mesi su un gruppo di quindici ragazzi, 11 maschi e 4 femmine tra gli 11 e i 16 anni, che tra febbraio e marzo si è reso responsabile di aggressioni, furti, rapine ai danni i coetanei e di esercenti. Provengono da diversi quartieri della città, sono indifferentemente italiani, sudtirolesi, immigrati di seconda generazione dal Marocco al Pakistan ed anche di etnia sinti. Sono accusati di una serie impressionate di reati, dalle rapine improprie alle aggressioni, poi furti nei supermercati ed estorsioni.

Due arresti, 6 misure di allontanamento dalla famiglia con l’inserimento in una comunità per minorenni, un procedimento penale in fase di istruzione con la richiesta di rinvio a giudizio e una decina di posizioni in esame.

Questo il bilancio dei lavori degli ultimi mesi della Procura dei minorenni guidata da Antonella Fava che da cinque mesi coordina l’Ufficio minori della Questura, dei Carabinieri e del Reparto della Polizia Municipale impegnati a gestire l’allarme sociale provocato dal gruppo dei minori.

Dopo essere stati inizialmente affidati a una comunità dalla quale sei del gruppo sono poi scappati, le loro bravate sono andate via via manifestandosi in un crescendo di gravità. I boss agivano non solo in prima persona, ma istruivano anche i componenti più giovani del gruppo a colpire così da sfruttare la loro non punibilità in quanto in età inferiore ai 14 anni. Ai più giovani insegnavano a sfidare con il loro atteggiamento le forze dell’ordine “che si sono visti sputare addosso o anche balzare sul cofano dell’auto di servizio,” ha detto la procuratrice Antonella Fava.

A partire da febbraio, dopo aver lasciato quasi tutti la scuola – uno di loro frequentava solo la IV elementare – il loro passatempo principale è stato quello di minacciare i coetanei utilizzando anche coltelli o pistole scacciacani per farsi consegnare denaro e utilizzarlo poi per andare a mangiare la pizza o per acquistare cannabis. “In pochi mesi – ha riassunto la Procuratrice – sono stati una trentina i fascicoli aperti per episodi riconducibili a questo gruppo“.

Come ha detto la procuratrice Antonella Fava, alcuni di loro, ma non tutti, avevano alle spalle un difficile contesto familiare. La Procura al momento sta vagliando la posizione di un’altra quindicina di ragazzi.

 

 

 

Giornalista pubblicista, scrittore.