Moda con atteggiamento: il festival “Fashion For Future Bolzano” continua

L’abbigliamento è un atteggiamento. E “Fashion For Future Bolzano” invita a riflettere, partecipare e cambiare. Cosa c’entra una t-shirt con la giustizia globale? Quanta responsabilità si nasconde in un capo di abbigliamento? E come può la moda diventare non solo più bella, ma anche più equa, sostenibile e consapevole? Con queste domande centrali, il festival trasforma Bolzano, fino a mercoledì 16 aprile, in un luogo di scambio, ispirazione e voglia di agire. Si parla di giustizia tessile, di continuità coloniali nell’industria della moda, di critica al consumo e di alternative che fanno venire voglia di cambiamento.

Il festival va oltre la semplice presentazione della moda – invita a riflettere sulle complesse filiere globali, sulle sfide sociali ed ecologiche del settore e sulla domanda di come possiamo, come consumatrici e consumatori, assumerci delle responsabilità. “Fashion For Future” crea così uno spazio in cui si sviluppano visioni per un mondo della moda più giusto e sostenibile e si elaborano approcci concreti all’azione.

Apertura del festival: un inizio ispiratore

Con una bella apertura, il festival “Fashion For Future Bolzano” è stato inaugurato ieri presso la Libera Università di Bolzano. Circa 50 visitatrici e visitatori – tra cui anche il rettore dell’università, Alex Weissensteiner – hanno partecipato all’inaugurazione ufficiale della mostra interattiva “HANDMADE”, che sarà accessibile durante tutto il festival e oltre (fino al 24 aprile) nell’atrio della biblioteca, durante gli orari di apertura dell’università. La mostra non è solo uno dei momenti interattivi del festival, ma anche un importante contributo alla riflessione sui processi produttivi dell’abbigliamento e sulla storia della moda.

Aart van Bezooijen, professore di Material Driven Design, ha invitato il pubblico a vivere l’università in questi giorni come un laboratorio per la progettazione sostenibile. “Il design dovrebbe sempre avere un atteggiamento e l’ambizione di cambiare il mondo in modo sostenibile”, ha detto van Bezooijen. Verena Dariz dell’OEW – Organizzazione per un mondo solidale – ha ricordato che ogni capo d’abbigliamento passa attraverso molte mani, spesso in condizioni precarie. Ha sottolineato: “Quando il consumo non è consapevole, diventa un problema per tutti.” Queste parole hanno stimolato una riflessione profonda sulla responsabilità che abbiamo come consumatrici e consumatori.

Ieri erano in programma due momenti interessanti:

La mattina, la “Textile Tours” in piazza Municipio a Bolzano ha aperto uno sguardo sulle filiere globali e sulle storie nascoste dietro agli abiti. Textile Tours è un’installazione percorribile che mostra il percorso dalla produzione alla vendita e oltre: ha permesso oggi a circa 100 visitatrici, visitatori e persone interessate di seguire il cammino dei propri capi, dalla fabbricazione alla vendita e oltre. Si parla tra l’altro di seconda mano, di montagne di rifiuti, spiagge di rifiuti, incenerimento e altro ancora. Una mappa del mondo su lenzuola riciclate, fatti e isole di conversazione hanno invitato a riflettere su come le nostre scelte di acquisto abbiano effetti globali. Brigitte Gritsch, coordinatrice delle Botteghe del Mondo dell’Alto Adige, ha detto: “La trasparenza è il primo passo verso la giustizia. Vogliamo mostrare che ogni scelta d’acquisto conta.” L’installazione non solo stimola la riflessione, ma offre anche la possibilità di confrontarsi con soluzioni e alternative concrete. Sarà esposta a maggio a Tires e in estate in diversi centri giovanili.

Nel pomeriggio di ieri, sabato, ha avuto luogo lo “Slow Fashion Walk & Talk” con la giornalista e blogger di slow fashion Susanne Barta. In un piccolo gruppo, le partecipanti e i partecipanti hanno esplorato iniziative di moda sostenibile a Bolzano. Il percorso li ha condotti in luoghi interessanti, come il negozio di seconda mano “Kleopatra”, il Mondo Solidale, l’Artelier, il Kauri Store e infine dalla stilista Violeta Nevenova. In ogni tappa sono stati presentati concetti sostenibili e le partecipanti e i partecipanti hanno potuto dialogare direttamente con stiliste e imprenditrici. Susanne Barta ha spiegato: “Queste passeggiate mettono le persone in dialogo e mostrano quanto possa essere variegata la moda equa.”

Prospettiva: partecipare, scambiare e cambiare

Il festival si concentra su azioni partecipative e possibilità concrete di attivarsi in prima persona. Domani, domenica 13 aprile, è in programma una grande SWAP-Party sui Prati del Talvera presso “Ahoi”. L’evento invita tutte le persone interessate a scambiare vestiti invece di comprarne di nuovi, portando anche i propri capi usati. L’iniziativa sarà accompagnata da un brunch – equo, rilassato e ispiratore.

Lunedì 14 aprile si parlerà delle interconnessioni coloniali nella produzione di moda: alle ore 15 si terrà un workshop con Lavinia Muth (WAAG Loft) sulla presenza del colonialismo nelle attuali filiere produttive. In serata seguirà una conversazione con Godfrey Katende della Fashion Revolution Uganda, trasmessa in diretta in Uganda.

Martedì 15 aprile si passa alla pratica: nel workshop “S(ew)it” con Adele Buffa e Viola Redaelli, da scarti tessili nasceranno sedute urbane – cucire è espressamente desiderato. In serata, il Glam Slam offrirà dichiarazioni poetiche e forti sul cambiamento nel mondo tessile, per stimolare ulteriormente il discorso sociale sull’industria della moda.

Mercoledì 16 aprile si affronteranno temi come greenwashing, educazione tessile e denim sostenibile. La conclusione sarà affidata al progetto ispiratore “walk4future” della modella e attivista Martina Gleissenebner-Teskey, che si impegna per un mondo della moda sostenibile e orientato al futuro.