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Terapie e gestione pandemia: esposto del Comitato Cura Domiciliare alle Procure di Roma e Bergamo

22 Dicembre 2021

Terapie e gestione pandemia: esposto del Comitato Cura Domiciliare alle Procure di Roma e Bergamo

Per conto del Comitato Cura Domiciliare Covid-19, l’avvocato Erich Grimaldi ha depositato un esposto presso le Procure della Repubblica di Roma e di Bergamo, al fine di chiedere alla magistratura di indagare sull’intera gestione dell’emergenza Covid. Anche la pazienza è terminata. “Abbiamo lavorato duramente per due anni”, dichiara il presidente e fondatore dell’associazione, Erich Grimaldi. “La mia prima richiesta di prendere contatti con i medici, per
lavorare a un protocollo di cura domiciliare univoco nazionale, tramite posta certificata, risale al 30 aprile 2020. Da allora è stato un continuo tentare di dialogare con il Ministero della Salute, offrire esperienze, disponibilità, per trovare una soluzione a questa grave emergenza ma, nonostante un tentativo da parte del Sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, di organizzare
un tavolo di lavoro che coinvolgesse i medici che hanno curato i malati Covid in fase precoce, non ne è conseguita per queste centinaia di professionisti, di portare il proprio bagaglio di esperienze al servizio delle Istituzioni. È stato totalmente ignorato persino il voto del Senato della Repubblica”. L’8 aprile scorso, infatti, il Senato aveva approvato un ordine del giorno unitario che impegnava il Governo a istituire un protocollo anti-Covid (il nostro servizio: https://www.buongiornosuedtirol.it/2021/04/terapie-domiciliari-il-senato-approva-listituzione-di-un-protocollo-anti-covid/). Tuttavia non si è mai passati dalle parole ai fatti: “Chiediamo alla magistratura di fare luce sulla gestione dell’emergenza, relativamente alle cure domiciliari, al coordinamento della sanità territoriale, al mancato coinvolgimento dei medici di medicina generale che hanno curato a domicilio e in telemedicina migliaia di persone nella redazione dei protocolli ministeriali, come appunto richiesto dal Senato della Repubblica in data 8 aprile 2021. Si chiede altresì di indagare sulle motivazioni in base alle quali le Istituzioni hanno sistematicamente ignorato la disponibilità di collaborazione offerta da questi medici”. Non solo: dalla primavera 2020 a oggi il Comitato aveva sollecitato ripetutamente gli organi preposti a “effettuare studi randomizzati su diversi farmaci potenzialmente utili alla lotta alla pandemia, parallelamente alla campagna vaccinale”. Già nel corso della prima ondata numerosi medici avevano individuato una serie di terapie multi-farmacologiche che, se somministrate precocemente, contrastavano efficacemente la malattia nella maggior parte dei casi, scongiurando ricoveri e decessi. Le ultime evidenze scientifiche sono state riportate nello studio retrospettivo del professor Serafino Fazio (l’approfondimento: https://www.buongiornosuedtirol.it/2021/12/esclusivo-terapie-domiciliari-pubblicato-lo-studio-retrospettivo-del-professor-fazio/), componente scientifico del Comitato. Prosegue il legale: “Solo qualche giorno fa ho chiesto al Sottosegretario Andrea Costa, durante un incontro pubblico, il perché di quanto accaduto. Non mi ha voluto rispondere e ha anzi abbandonato il palco”. Tra il 2020 e il 2021 l’avvocato Grimaldi ha portato in tribunale parecchie istanze, per “cristallizzare la libertà prescrittiva per i medici, per cercare di abolire la “vigile attesa” (il servizio del 4 marzo scorso: https://www.buongiornosuedtirol.it/2021/03/esclusivo-covid-e-cure-precoci-il-tar-del-lazio-no-alla-tachipirina-e-alla-vigile-attesa/), per chiedere conto del mancato utilizzo degli anticorpi monoclonali”. Fu proprio il legale a denunciare il mancato rifornimento gratuito di diecimila dosi offerte dell’americana Ely Lilly, invece rifiutate da Aifa (i nostri servizi del 19 dicembre 2020 e del 16 luglio 2021: https://www.buongiornosuedtirol.it/2020/12/il-comitato-cura-domiciliare-covid-chiede-gli-atti-ad-aifa-per-lomesso-utilizzo-dei-monoclonali/; https://www.buongiornosuedtirol.it/2021/07/esclusivo-monoclonali-il-tar-accoglie-listanza-del-comitato-cura-domiciliare-covid-19/). Vani sono stati i costanti tentativi di dialogo con il Ministro della Salute e il Dipartimento di Prevenzione. “Chiedo alla magistratura di vagliare ogni nostra azione, per
sgombrare il campo da qualunque polemica e accusa infondata relativa all’operato dei nostri medici, nonché di vagliare soprattutto le mancate risposte delle Istituzioni, perché qualcosa non ha funzionato ed è un diritto dei cittadini capire il perché. L’apporto di chi ha lottato e curato i pazienti a domicilio
fin dalla prima ondata sarebbe o meglio è fondamentale per sconfiggere questa malattia”, afferma l’avvocato Grimaldi, che aggiunge: “Ancora oggi riceviamo centinaia di richieste di aiuto di malati Covid, vaccinati e non, abbandonati a casa dai medici di medicina generale. A queste persone viene ancora detto di
attendere l’evoluzione della malattia assumendo solo paracetamolo. Linee guida o meno, ciò è quanto ha prodotto questa gestione ed è giusto che si faccia luce su eventuali responsabilità”. Conclude Valentina Rigano, giornalista e portavoce del Comitato: “Negli ultimi due anni ciò che mi ha lasciato davvero basita è il funzionamento del “sistema” di questo Paese. In qualità di giornalista ho trovato e trovo ancora oggi inconcepibile la mancanza di approfondimento della vicenda, in una situazione come questa, sia da parte delle Istituzioni, sia della stampa. La mancanza del desiderio di dialogare,
di ascoltare e capire, in un momento di emergenza come quello che abbiamo vissuto e continuiamo a vivere è inconcepibile, per un Paese come l’Italia. La Sanità e le Istituzioni dovrebbero aprire le porte a chiunque proponga una soluzione ad un grave problema e porti esperienza diretta, perché
le Istituzioni appartengono a tutti e non bisognerebbe chiedere reverente ‘permesso’ per essere ascoltati. La sola difficoltà di ottenere un dialogo con i Dipartimenti e le stesse Istituzioni, che ho sperimentato personalmente, non è accettabile durante una pandemia”. Dopo due anni di emergenza, oltre 130 mila morti ufficiali (in Italia), obblighi e forti limitazioni della libertà personale, si impone urgentemente l’obbligo di accertare tutte le responsabilità in merito.

Foto, Erich Grimaldi/c-Studio Ermes di Francesco Servadio