“VI SPIEGO IL TRIONFO SULL’INTER.MESSI-MBAPPE’? ORA C’E’ CHI FA UNA CORSA IN PIU'”

Dietro la storica vittoria del Paris Saint-Germain in Champions League, ottenuta con un clamoroso 5-0 contro l’Inter lo scorso 31 maggio a Monaco di Baviera, c’è anche il lavoro silenzioso ma fondamentale di professionisti come Cristoforo Filetti, preparatore atletico del club parigino dal 2020. Intervistato da Andrea Eusebio e Alessandra D’Ippolito nel corso di Newzgen, la trasmissione in streaming prodotta da Alanews in onda su YouTube e Twitch ogni giorno alle 14.30, Filetti ha raccontato l’emozione di un traguardo inseguito per anni e raggiunto grazie a un percorso condiviso da tutta la struttura.

“È una grandissima emozione – ha spiegato – anche se noi facciamo parte un po’ del ‘backstage’. Sono i giocatori a scendere in campo e a regalarci la gioia di vivere questi momenti. Ma è stato il frutto di un lavoro enorme, portato avanti da tutto lo staff e dalla società, che quest’anno ci ha permesso di raggiungere qualcosa di straordinario”.

Grande protagonista di questo cammino è stato Luis Enrique, arrivato sotto la Torre Eiffel due anni fa: “Io sono a Parigi dal 2020, ma ho avuto l’opportunità di entrare nella sua rete di lavoro. È impressionante come riesca a creare un’alchimia incredibile tra tutte le persone che lo circondano. Ha una fiducia autentica nel lavoro di ciascuno di noi, senza mai mettere pressioni inutili. Questo ci consente di lavorare nella massima trasparenza, anche quando si tratta di gestire infortuni: non ci sono accelerazioni forzate, ma solo il desiderio di arrivare all’obiettivo rispettando i tempi”.

Filetti ha poi raccontato cosa significa oggi essere preparatori atletici in un calcio in cui si gioca quasi ogni tre giorni“Fino a pochi anni fa la media era una partita ogni quattro giorni, oggi siamo scesi sotto i tre. Questo ha cambiato completamente il nostro lavoro. Ci concentriamo molto più sul recupero che sull’allenamento vero e proprio. Il nostro compito è mettere il mister nelle condizioni di avere giocatori sempre pronti alla massima performance, e per farlo serve uno staff ampio, con competenze specifiche e grande sinergia. Anche le ore fuori dal campo fanno parte della preparazione: parliamo di quello che chiamiamo ‘allenamento invisibile’, cioè il controllo – con la collaborazione dei calciatori – di aspetti come il sonno, l’alimentazione, il recupero attivo”.

Riferendosi alla finale di Champions, Filetti ha sottolineato come la prestazione dominante del PSG non sia dipesa solo dalla condizione fisica: “Siamo arrivati a Monaco in uno stato vicino alla perfezione. Ma ciò che ha fatto davvero la differenza è stata l’efficienza collettiva: connessioni tra i reparti, riduzione degli spazi, una sincronizzazione che ha permesso di mantenere altissime intensità per tutta la gara. È il risultato di un lavoro su più livelli: fisico, tecnico, tattico, cognitivo e mentale”. Fondamentale, secondo Filetti, anche la giovane età media della rosa“Avere calciatori giovani significa anche avere meno infortuni e meno necessità di gestioni particolari. Questo ci permette di affrontare stagioni lunghe e congestionate con più continuità”.

Non sono mancati paragoni con il passato recente, quando al PSG militavano stelle come Messi, Neymar e Mbappé“Oggi i giocatori hanno mostrato una predisposizione mentale totale. La fase di non possesso è stata affrontata con un atteggiamento perfetto, si può chieder loro una corsa in più per coprire gli spazi e recuperare palla il più in alto possibile. Questo ha reso il gioco molto più efficace, aiutati ovviamente dalle qualità tecniche evidenti che abbiamo”.

Ora il focus si sposta sul prossimo grande appuntamento: il Mondiale per Club in programma negli Stati Uniti. “È una sfida completamente nuova – ha detto Filetti – anche per noi dello staff. Dovremo affrontare partite ravvicinate, jet lag, viaggi lunghi. In questo momento stiamo recuperando qualche giorno, anche perché i giocatori sono tutti con le rispettive nazionali. Ma a partire da martedì saremo di nuovo in viaggio. È una prova inedita anche per noi: prendere decisioni rapide, gestire situazioni complesse dall’altra parte del mondo, adattarsi. Ma vogliamo fare il massimo anche lì”.

Il rapporto con le nazionali, in effetti, è una parte sempre più rilevante del lavoro dei preparatori: “Seguiamo a distanza gli allenamenti dei nostri giocatori, riceviamo i dati dalle federazioni, e appena tornano al club dobbiamo essere pronti a gestirli. Non possiamo intervenire direttamente, ma ci facciamo trovare preparati”.

In chiusura, una riflessione sui diversi livelli di intensità nei vari campionati europei, spesso motivo di dibattito: “È vero, la Premier League è il campionato più intenso d’Europa, lo confermano tutti i dati. Ma non si può analizzare solo l’intensità fisica: conta anche l’efficienza tecnico-tattica, la disposizione dei giocatori in campo. Ci sono differenze tra Ligue1 e Champions League, così come tra Serie A e Premier, e tutto questo va considerato nel preparare le gare”.

Un passaggio personale lo ha dedicato a Gianluigi Donnarumma, di cui segue i lavori di forza in palestra: “Con Gigio c’è un grande rapporto. È un professionista esemplare, cura ogni dettaglio, lavora anche nei giorni di riposo. Non a caso è sempre stato disponibile, non ha praticamente mai saltato una partita per infortunio. Questo merito è solo suo”. Infine, Filetti ha indicato in Nuno Mendes il giocatore che più lo ha colpito nell’ultimo anno: “Ha qualità fisiche fuori dal normale, abbinate a un talento tecnico notevole. È impressionante come riesca a esprimersi in campo”.

Anche la vita a Parigi, ha concluso, fa parte del quadro gestionale: “È una città che offre tantissimo, ma tutto è monitorato: anche le ore extra-campo sono importanti, e i giocatori ne sono sempre più consapevoli. Ecco perché i parametri sono stati sempre sotto controllo. È questo tipo di cultura che ci ha portati dove siamo oggi”.