Durante l’attuale settimana di seduta del consiglio provinciale, il consigliere Thomas Widmann del gruppo consiliare “Für Südtirol mit Widmann”, ha commentato la prevista riforma dello Statuto di Autonomia, sottolineando come le modifiche presentate non rappresentino una revisione profonda dell’autonomia, bensì una raccolta sparsa di adeguamenti puntuali.
“Il disegno di legge non va frainteso come un ‘grande colpo’ o addirittura come un terzo statuto”, ha chiarito Widmann. “Ciò significherebbe ignorare completamente la portata storica dei precedenti traguardi autonomistici. All’epoca, per noi sudtirolesi si trattava di tutto: rimanere nella nostra terra, preservare la nostra identità, conquistare l’autodeterminazione e garantire la pace.”
Widmann critica soprattutto le lacune contenutistiche della riforma: “Temi cruciali come il caos delle competenze in ambito scolastico, una vera autonomia finanziaria o la cooperazione transfrontaliera restano in gran parte irrisolti. È preoccupante che settori fondamentali come il volontariato o la sanità non vengano nemmeno menzionati – questo è un segnale politico allarmante.”
Secondo Widmann, l’esclusione esplicita di sanità e autonomia finanziaria – pur non essendo state promesse in modo formale – rivela l’assenza della trattazione di questi temi fondamentali. Manca semplicemente la volontà politica di lottare per una maggiore autonomia in questi settori strategici.”
Il consigliere critica anche la debole clausola di intesa e il ruolo ancora dominante del cosiddetto ‘interesse nazionale’: “Sappiamo per esperienza quanto velocemente lo Stato definisca le competenze come ‘interessi nazionali’ – privandoci delle nostre competenze”, avverte Widmann. “Ciò è accaduto più volte nel settore commerciale, facendo perdere di fatto potere alla Provincia.”
Widmann è dell’avviso che tale riforma rischi addirittura di svuotare lentamente diritti già acquisiti: “Questa riforma viene interpretata come un semplice adeguamento alla riforma costituzionale del 2001 – il che è pericoloso. Potremmo perdere competenze che, secondo la clausola di miglior favore, dovrebbero invece esserci garantite.”
Nonostante tutte le critiche, Widmann voterà a favore della riforma– seppur senza piena convinzione: “Va sottolineato che, per la prima volta, anche la destra italiana si confronta con la nostra realtà di minoranza e con il nostro sistema autonomo. Questo rappresenta un segnale politico interno importante. Non va sopravvalutato, ma nemmeno ignorato. Questa nuova disponibilità al dialogo potrebbe essere l’inizio di un processo riformatore degno di questo nome.”
Foto. Thomas Widmann