Processione di san Cassiano, l’esempio di Francesco e il futuro Papa

Da quasi 300 anni nella terza domenica di Pasqua si celebra a Bressanone la tradizionale processione che vede sfilare tutte le comunità parrocchiali del circondario con le reliquie dei patroni diocesani Cassiano e Vigilio. “Ma oggi la trasmissione della fede è nelle nostre mani. Per questo non servono solo gli altri, serviamo noi”, ha detto oggi, 4 maggio, il vescovo Ivo Muser nella celebrazione in duomo..

“I nostri patroni diocesani Cassiano e Vigilio rappresentano l’inizio del cammino di fede degli oltre 1500 anni di storia della nostra diocesi. Oggi la trasmissione della fede è nelle nostre mani. Per questo non servono solo gli altri. Serviamo noi, servo io”: così il vescovo Ivo Muser davanti ai circa 4mila fedeli partecipanti alla storica processione di san Cassiano a Bressanone, che si svolge dal 1734 e risale alla festa della traslazione delle reliquie di san Cassiano, portate da Imola nel duomo cittadino.

La domenica di san Cassiano, la terza di Pasqua, sfilano i busti con le reliquie dei santi patroni diocesani Cassiano e Vigilio, le comunità parrocchiali del circondario, le bande musicali, associazioni e movimenti ecclesiali con i relativi gonfaloni.

Il grande corteo rappresenta un momento culminante dell’anno diocesano e solo in tre occasioni non si è svolto: nel 1945 alla fine della guerra e nel 2020 e 2021 a causa della pandemia da Covid. Dopo la celebrazione nella cattedrale di Bressanone si è snodata la processione lungo le vie del centro prima del ritorno in piazza Duomo per la benedizione finale.

Nella sua omelia il vescovo Muser ha voluto ricordare ancora papa Francesco: “Lo stile con cui ha esercitato il suo ministero petrino, i gesti e le scelte che ha compiuto hanno toccato il cuore di molte persone, anche al di fuori della nostra Chiesa.”

Monsignor Muser si è soffermato anche sul conclave che inizia mercoledì 7 e sul prossimo pontefice: “Aspettiamo il 267.mo Papa della nostra Chiesa. Oggi invito tutti a vivere e attendere questo momento nello spirito, come espressione della nostra fede.

Il Papa è chiamato soprattutto a servire l’unità della Chiesa, è questo che i fedeli possono e devono aspettarsi da lui. Non conosciamo ancora il nuovo pontefice, ma sappiamo ciò che dovrà essere: il Pietro di oggi, così come lo sono stati Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco durante il loro pontificato.”

Il vescovo ha ricordato che la Chiesa è sempre in cammino attraverso la storia, “cercando strade percorribili. Per questo possono esserci tensioni, divergenze di opinioni, confronti quando si tratta di cercare risposte e soluzioni conformi al Vangelo. Trovo invece preoccupante che certi gruppi sostengano il Papa solo fino a quando prende decisioni che corrispondono a idee e preferenze personali. Essere con il Papa e sostenerlo deve essere espressione della dimensione oggettiva della nostra fede, non di un sentimento soggettivo. Il pensare, il parlare e il credere cattolico non devono mai essere polarizzanti ed escludenti.”

Per questo il vescovo invita tutta la comunità “a pregare fin d’ora per il nuovo Papa, chiunque sarà, e a pensare, parlare e agire al servizio dell’unità della Chiesa.”

Immagine. Processione di San Cassiano