Merano. La nuova sfida della lingua italiana tra inglese, internet e istituzioni

La “nuova sfida della lingua italiana fra le tre “i”: inglese, internet e istituzioni” è il tema dell’incontro-intervista di Federico Guiglia proprio con il presidente dell’Accademia della Crusca, il professore Paolo D’Achille, venerdì 22 novembre alle ore 18 presso la sede della Accademia di Merano 1 nell’ambito del ciclo “Dialoghi Merano”.

Qual è il plurale di “bilingue”? Si può dire “meno peggiore”? La virgola si mette davanti alla congiunzione “e”? E l’uso del femminile, per esempio nelle Forze Armate: è corretto scrivere “la generale”?  Grammatica, sintassi, ortografia: a tutto risponde anche con divertenti esercizi per “mettere alla prova” i lettori l’appena pubblicato “Sbagliando s’impari” (Mondadori), curato dalla prestigiosa Accademia della Crusca, la più antica accademia linguistica al mondo.

Oltre a illustrare l’ultima e utilissima pubblicazione dell’Accademia, col professor D’Achille, che è ordinario di Linguistica Italiana presso l’Università degli Studi Roma Tre dopo aver insegnato in diverse Università anche all’estero, si parlerà del grande impatto dell’italiano nel mondo (è una delle quattro/cinque lingue straniere più studiate nelle scuole e nelle Università all’estero), ma anche delle insidie in Patria: l’invasione di inutili e grotteschi anglicismi non tradotti né resi in forma italiana, a differenza di quanto avviene con tutte le altre lingue neolatine, dal francese allo spagnolo, dal portoghese al romeno. Un atteggiamento che incide anche sulla comunicazione, specie nei confronti delle generazioni adulte, perché rende oscuri concetti e parole che invece dovrebbero sempre risultare chiari e trasparenti.

E poi l’ideologismo, altro approccio che finisce per violare le regole più elementari e il buon parlare della “bella lingua”. Della lingua “più musicale di tutte”, come disse il tenore spagnolo José Carreras. Nell’incontro si parlerà pure del rapporto fra lingua italiana e Istituzioni: le leggi scritte coi piedi e il mancato rispetto persino di ministeri delle importanti sentenze della Corte Costituzionale sull’uso della lingua nazionale in ambito pubblico

Immagine. anifesto