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Alto Adige, spesa annuale a 34.000 euro e redditi a 47.000 euro ma crolla il commercio di vicinato

20 Marzo 2024

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Alto Adige, spesa annuale a 34.000 euro e redditi a 47.000 euro ma crolla il commercio di vicinato

Un importante dossier curato da Confesercenti mette in luce un aumento di spesa e redditi sul territorio locale ma l’inflazione vanifica (quasi) tutto. Commercio di vicinato verso la desertificazione: “Combattiamo con misure concrete la sperequazione concorrenziale con grande distribuzione e giganti del web”.

Variazione dei redditi, occupazione spesa degli italiani. Sono questi tre i parametri presi in considerazione da Confesercenti per una valutazione, sia locale sia nazionale, dei consumi e del comparto commerciale. La spesa media annuale delle famiglie calcolata è pari a 38.592 euro in Trentino Alto Adige: il dato di gran lunga più alto di tutto il Paese e piuttosto superiore alla media nazionale di 34.527 euro. Addirittura sideralmente lontana dal valore minimo rappresentato dai 20.224 della Calabria. Si tratta, inoltre, della crescita percentuale più forte di tutta la nazione con +1,6%. Per fare un raffronto con alcune regioni più vicine ecco che il Veneto si ferma a 30.181 euro (+1,1%), la Lombardia a 33.940 euro (+1,2%) e l’Emilia Romagna a 32.301 euro (+1,4%). L’aumento del 2024 rispetto al 2023 della spesa media annuale nella nostra regione è di 603 euro. “Prosegue il recupero dei consumi – riflette la presidente di Confesercenti Alto Adige Elena Bonaldi – ma più lentamente di quanto auspicato. Va rapportato, infatti, ad un rapido aumento dei prezzi. Prendiamo gli alimentari dove il budget speso dalle famiglie è aumentato del 12% ma in valori reali c’è una contrazione del -8%. Perché? Per via, chiaramente, dell’inflazione”.

Casa e moda: spendiamo più di tutti

Andando a guardare nel dettaglio, inoltre, ci sono delle zone d’ombra. “Purtroppo la categoria ristorazione e servizi ricettivi non sorride molto. Nonostante l’andamento brillante del comparto del turismo, infatti, la variazione reale della spesa delle famiglie è leggermente negativa al -2,8% (-44 euro). Impressionante poi il capitolo delle spese energetiche dove l’aumento nominale di spesa è del 70,2% pari a 1.272 euro in più rispetto al 2023. Costi che incidono su tutti”. Tra le curiosità del dossier redatto da Confesercenti, comunque, troviamo il Trentino Alto Adige tra le regioni che spende meno per i generi alimentari (4.744 euro annui) mentre è il territorio dove si fanno in assoluto più acquisti per la moda (1.457 euro annui), per i mobili e articoli della casa (1.393 euro annui) e, purtroppo senza particolari sorprese, per l’abitazione (15.659 euro annui). La spesa media, inoltre, incide per l’84,5% sul reddito medio annuale. Il che, letto in controluce, significa che il risparmio si attesta a circa il 15,5% del reddito medio annuale.

Redditi e crollo delle attività commerciali

Un capitolo della ricerca è poi riservato ai redditi dove, ancora una volta, ci sono dei salti che sono solo virtuali perché vengono azzerati dall’inflazione. Così in Alto Adige abbiamo un reddito medio annuo di 47.332 euro, in diminuzione rispetto ai 51.352 del 2022 ma comunque in salita del +5% rispetto al 2019 (+2.237 euro). “Il raffronto con il 2019 ci permette di capire quanto questo dato abbia retto all’urto dell’inflazione – sottolinea Bonaldi – e sicuramente il nostro dato provinciale è soddisfacente. Siamo una realtà privilegiata ma non al riparo dalla caduta a picco delle attività commerciali. In Italia si registra un -20% di attività nel settore e -21,7% nel settore della ristorazione. Tra il 2019 e il 2023 contiamo 56.000 attività in meno. Un crollo. La tenaglia grande distribuzione e Ecommerce, dunque, colpisce Bolzano come il resto d’Italia. La concorrenzialità, infatti, è stata fortemente accelerata dalla pandemia senza trovare contromisure. Tutto, però, si deve e si può governare quindi spetta alle amministrazioni di ogni livello impedire la desertificazione dei nostri quartieri istituendo, magari, una fiscalità a favore dei negozi di vicinato e meno favorevole ai giganti del web. Qualcosa di concreto si può ancora fare”.