La Befana vien di notte

Oggi è il 6 gennaio, giorno di Epifania, dal greco epifáneia, la festa cristiana che celebra la rivelazione di Dio agli uomini nel suo Figlio, il Cristo ai Magi. Per molti però questo giorno è anche legato a una tradizione che potremmo definire folcloristica, la Befana. Una figura interessante, persino tipica di certe regioni italiane e quasi sconosciuta nel resto del mondo. Con l’Epifania non centra nulla e ahimè, quanti identificano questa giornata con la Befana anziché con la festa dell’Epifania, certamente sbagliano. Tuttavia la forza delle tradizioni non bisogna mai sottovalutarla.
Il folclore vuole che una donna molto anziana voli su una logora scopa per fare visita ai bambini nella notte tra il 5 e il 6 gennaio riempiendo le calze lasciate da questi sul camino o vicino alla finestra con frutta secca, dolci o caramelle per i bimbi che sono stati bravi durante l’anno e carbone per quelli più birichini.  Certo, in Alto Adige questo è più improbabile perché la popolazione di lingua tedesca e ladina non si identifica con questa tradizione, contrariamente a quanto avviene in qualche quartiere italiano di Bolzano, Laives o Merano.
Le origini legate a questa figura sono diverse. Alcuni la fanno risalire a un insieme di riti propiziatori pagani del X-VI secolo a.C., altri alla ricorrenza del Sol Invictus, altri ancora alla mitologia germanica, come Holda e Berchta e altri persino a una raffigurazione simbolica dell’anno vecchio. Poco importa dove e perché sia realmente nata la Befana. Agli italiani piace e qualche bambino ancora – malgrado lo sfrenato consumismo – attende questa notte con apprensione. E così:

« La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
con le toppe alla sottana
Viva, Viva La Befana! »