Sabato 16.12.2023 – ore 15.00 | Bolzano – Piazza IV Novembre, 6.
La Fabbrica del Tempo invita la cittadinanza a una visita guidata particolare al Palazzo Alti Comandi di Bolzano (Comando delle Truppe Alpine dell’Esercito) in programma sabato 16 dicembre 2023. L’iniziativa rappresenta un’occasione unica per immergersi nella storia del nostro territorio, anche nei suoi aspetti culturali, architettonici e militari.
Il Palazzo Alti Comandi è una delle architetture più rappresentative del XX secolo a Bolzano. Progettato Marcello Piacentini, si distingue per la sua vocazione monumentale, caratteristica del Ventennio fascista, la cui magniloquenza classicheggiante è però mitigata e nobilitata dagli influssi razionalisti, integrandosi organicamente nell’allora nuovissimo “Quartiere Monumentale” di Gries. Privo di una facciata principale, il palazzo trova il suo punto di primo e maggiore impatto nel grandioso prospetto d’angolo, sorta di arco trionfale che simboleggia la funzione istituzionale dell’intero complesso. L’edificio si sviluppa quindi in due bracci lungo le direzioni divergenti della via Diaz e del viale Cadorna, con una corte interna e una “casermetta” di servizio che ne completano – anche scenograficamente – la struttura. Essa risulta un connubio fra le esigenze di monumentalità istituzionale e la volontà di produrre una architettura di qualità, improntata alla modernità e alla raffinatezza, quest’ultima espletata anche attraverso l’uso di materiali classici come il travertino e il clinker ceramico (una moderna e più durevole imitazione del mattone) a ricoprire la struttura in calcestruzzo armato.
Il Palazzo Alti Comandi, ovverosia il “Corpo d’Armata”, per usare una denominazione ancora oggi d’uso comune, esprimeva attraverso una semplificazione formale il carattere monumentale ed “eroico” dell’edificio, pur rimanendo fedele alla tradizione classica italiana, senza mai perdere di vista la precipua funzione militare che esso era chiamato a ricoprire. All’epoca della sua progettazione e realizzazione, il palazzo si configurava come un punto di riferimento principale nel tessuto urbano, situato tra due importanti vie di espansione della città. Nelle sue vicinanze sorgevano in precedenza delle strutture militari austro-ungariche.
Aperto in passato per eventi significativi, il palazzo è stato in tempi più recenti il protagonista nelle celebrazioni del 150° anniversario della fondazione del Corpo degli Alpini (1872-2022), consolidando la sua funzione di luogo della memoria.
La Fabbrica del Tempo si impegna costantemente nel promuovere la conoscenza del patrimonio storico locale, invitando la cittadinanza a partecipare a un viaggio nella storia e nella architettura. Un ringraziamento speciale va al Comando delle Truppe Alpine dell’Esercito di Bolzano, la cui collaborazione è fondamentale per l’organizzazione di questa manifestazione.
Dettagli dell’evento:
- Data: sabato, 16 dicembre 2023
- Orario: 15:00
- Luogo: Palazzo Alti Comandi, Bolzano – Comando Truppe Alpine dell’Esercito, Piazza IV Novembre 6
- Prenotazione obbligatoria (per motivi tecnici, la partecipazione è limitata a 50 persone).
- Modalità di prenotazione: via mail a info@fabbricadeltempo.it
- Finestra di prenotazione: fino a esaurimento posti.
LA SEDE DEL COMANDO TRUPPE ALPINE EX PALAZZO ALTI COMANDI
Il progetto di Marcello Piacentini per il Corpo d’Armata di Bolzano assume come riferimento urbanistico il “Quartiere Monumentale” già previsto dallo stesso architetto nel Piano particolareggiato di espansione della zona di Gries approvato dall’Amministrazione comunale allo scadere del 1935. Il disegno di questo settore urbano prevede infatti un percorso stradale con origine sul margine destro di Piazza della Vittoria, tra due edifici dalle testate speculari, e con punto di fuga nel vertice del lotto destinato al complesso del Corpo di Armata.
Adottando questa particolare condizione di impianto, Piacentini assegna al prospetto d’angolo del principale dei quattro edifici, sede degli Alti Comandi, il valore rappresentativo della funzione istituzionale dell’intero complesso. La distribuzione gerarchica dei volumi e delle funzioni fissa in questo settore un carattere figurativo emergente, accentuato peraltro dalla particolare posizione di caposaldo tra due direzioni principali di espansione della città; parte di questa carica espressiva verrà a perdersi a causa della successiva sistemazione dello spazio antistante come piazza (Piazza IV Novembre) contornata da edifici ed aperta ad est sul Parco del Talvera.
La sede degli Alti Comandi accoglie uffici ed ambienti di rappresentanza e si sviluppa in due distinti bracci. Un secondo edificio, la «casermetta», con funzione di servizio, insiste nella parte centrale del lotto formando il terzo lato di una corte interna; lo sviluppo lineare del braccio della sede degli Alti Comandi sul viale Cadorna è completato da due palazzine destinate agli alloggi degli ufficiali. L’impianto planimetrico generale risulta centrato su di un asse primario che è anche bisettrice dell’angolo formato dalle due strade di tangenza e attraversa l’edificio in corrispondenza dell’ingresso principale divenendo riferimento di simmetria sia per la corte interna che per la «casermetta»; un blocco, quest’ultimo, dal profilo planimetrico arcuato che, pur denunciando il suo carattere accessorio, funge da quinta conclusiva della principale vista prospettica dello spazio interno, dedicato alla figura di Giulio Cesare. Il modello compositivo ha un chiaro precedente in un’altra opera di Piacentini, la Casa Madre dell’Associazione Mutilati ed Invalidi di Guerra, realizzata a Roma tra il 1925 e il 1928. Anche nell’edificio di Bolzano un «ingresso trionfale» risolve il punto di innesto di due bracci convergenti in un fronte dal forte slancio verticale che assume il carattere di segno distintivo per l’immediata identificazione dell’intero complesso. L’idea di base si rafforza soprattutto grazie ad un disegno che tende a semplificare la forma per esaltare il carattere monumentale dell’edificio. Risultano espressi con chiarezza alcuni riferimenti alla tradizione classica italiana pur senza ricorsi a precise citazioni stilistiche. Se nella Casa Madre di Roma una coppia di colonne ioniche architravate individua il portale principale, nel Corpo d’Armata di Bolzano sono due torrioni a pianta circolare che segnano l’ingresso e fungono da raccordo conclusivo per lo svolgimento delle ali dell’edificio; i torrioni sono allo stesso tempo i simbolici baluardi di una struttura difensiva, di una fortezza che esclude dichiaratamente la continuità spaziale tra interno ed esterno. Il distacco del piano nobile dal piano di campagna è enfatizzato attraverso un alto basamento dal profilo «a scarpa», reso più imponente dalla sovrapposizione di un piano ammezzato al piano rialzato; un espediente diretto a segnalare all’esterno l’esistenza di un livello privilegiato, ove agli uffici delle più alte gerarchie militari si alternano sale di riunione ed ambienti di ricevimento; alla sala centrale è collegato l’arengario, inserito sul fronte principale in aggetto tra i due torrioni come retorico segnale di relazione tra piazza e palazzo.
Piacentini ha presente l’esigenza di dar forma ad un complesso altamente rappresentativo di una funzione direttiva dello Stato; dispone peraltro di possibilità economiche elevate che giustificano una logica di intervento libera dai vincoli che solitamente condizionano le opere di carattere utilitaristico. Ciò si traduce in una strutturazione tecnica modernissima, nell’uso di materiali di rivestimento pregiati, in elementi di arredo qualitativamente raffinati. I rivestimenti in travertino del basamento e dell’attico, e in clinker ceramico per i piani intermedi, dissimulano in una veste tradizionale la funzione portante affidata ad una struttura in cemento armato. La tendenza alla linearità e alla semplificazione formale delle masse ispira il disegno degli elementi di arredo, sia per gli ambienti ufficiali che per gli alloggi: negli interni è ampiamente rappresentata la varietà di colori e di grana dei marmi italiani, è riservato spazio a espressioni artistiche (mosaici, decorazioni scultoree, ecc.), materiali tradizionali sono proposti in forme e lavorazioni nuove.