Disavventura per un gruppo di altoatesini, bloccato a Dublino da disservizi di Lufthansa; nel frattempo sono fortunatamente rientrati tutti alle loro case

Il fatto è della scorsa settimana, ma viene divulgato con qualche giorno di ritardo essendovi stati prima più impellenti passi da compiere in relazione alle pratiche di risarcimento. Un gruppo di turisti – per la stragrande maggioranza altoatesini di Bolzano, Merano, Bressanone e Bassa Atesina, non senza alcuni partecipanti dal Trentino e da altre zone – è stato protagonista di una disavventura di viaggio causata da gravi disservizi della Compagnia aerea Lufthansa.

I quarantasei italiani erano arrivati alla conclusione di un breve e riuscito tour dell’Irlanda, quando hanno dovuto scontrarsi con un rientro in Alto Adige e negli altri rispettivi luoghi di provenienza molto più complesso del previsto; e fonte di non pochi disagi.

Il giorno in cui era programmato il loro rientro in Italia con volo LUFTHANSA da Dublino su Monaco di Baviera (per la successiva prosecuzione su bus dedicato), dapprima hanno appreso di un doppio ritardo sull’orario in partenza, dell’entità di un’ora e mezza complessiva. E fin qui… niente di piacevole ma nemmeno di disastroso, considerato che nei viaggi l’imprevisto può sempre essere dietro l’angolo.

È però quando finalmente si trovano ai cancelli d’imbarco che vengono raggiunti, insieme a tutti gli altri prenotati, da una notizia dal tenore ben più grave e sconfortante: VOLO CANCELLATO.

I primi ad apprenderlo e a far girare la voce, prima ancora che i tabelloni ufficiali ne diano conto, sono i viaggiatori che avevano lasciato il proprio recapito telefonico o e-mail, e che si vedono arrivare il seguente messaggio di Lufthansa: Your flight is cancelled. We will rebook you on the next available connection”. Una doccia fredda.

È ormai a sera. Mentre Lufthansa latita a livello di servizi di ‘riprotezione’, l’agenzia-viaggi bolzanina organizzatrice del tour – prodigatasi in tutte le fasi della vicenda, per trovare soluzioni – riesce a prenotare in tempo reale per la notte tutti e 46 i propri clienti in un hotel di Dublino. Sempre l’agenzia, fa poi sapere che la partenza sarà riprogrammata per l’indomani, con un volo LH Dublino-Monaco della mattina.

A quel punto non resta che mettersi l’animo in pace e riguadagnare un po’ di fiducia. Rientrare con un giorno di ritardo non è certo divertente e di criticità ne comporta, ma tutto sommato è tollerabile. O meglio, nel caso specifico (come vedremo): sarebbe stato tollerabile.

Ecco quindi che alle 8 del mattino successivo i ‘nostri’ sono di nuovo all’aeroporto di Dublino, in fila per il check-in. Strano, però: la loro serpentina non va avanti. Tutti fermi. Passa il tempo e si inizia a temere che qualcos’altro stia andando storto. La realtà supererà però la fantasia.

Dal tour-leader impegnato a discutere lungamente al desk, trapela la incredibile notizia: il gruppo non risulta sugli elenchi del volo in questione. 
Per la seconda volta in due giorni… respinti al mittente. Ed è ormai chiaro che non si partirà quella mattina. Ma quando allora?

Non solo non c’è modo di sbloccare la situazione nell’immediato, ma si fa addirittura largo l’informazione, risaputa in seguito alle varie consultazioni del tour-leader, che secondo Lufthansa il primo volo utile su cui riprogrammare il gruppo sarà non prima di TRE giorni. Messaggio tra le righe (si fa per dire) della compagnia: ecco come ti blocco 46 italiani in Irlanda per quattro giorni. Il tutto, all’interno dell’Unione Europea. Roba da matti. 
Nel frattempo, gli sportelli della compagnia in zona check-in si presentano desolatamente vuoti e non presidiati.

È quella la giornata più lunga per i 46 malcapitati, che iniziano la loro sorta di bivacco in aeroporto dapprincipio nella hall dell’area check-in: dove a un certo punto vengono addirittura redarguiti dal personale di sorveglianza, in quanto… creano ingombro. Vengono fatti suddividere, e vanno a formare più capannelli: con le rispettive valigie ammucchiate. C’è chi si siede sui carrelli, trasformati in sedili improvvisati, chi sul bagaglio stesso, chi gironzola con fare dimesso. Le espressioni sui volti sono eloquenti.

Il sempre operoso tour-leader, tra una telefonata e l’altra e un tentativo e l’altro di relazionarsi a qualcuno di Lufthansa in aeroporto, dà poi indicazione a tutti di spostarsi nell’area-ristoro al livello sovrastante. E sarà lì, in mezzo al viavai dei normali fruitori dello scalo dublinese, che i 46 passeranno tutta la giornata in attesa di conoscere il loro destino, privi di qualsiasi supporto da parte di Lufthansa.

Chi ha problemi particolari o impegni inderogabili in Italia inizia a cercarsi autonomamente dei voli di rientro (saranno alla fine una decina coloro che rientreranno per proprio conto, con l’aggravante di dover pianificare anche come raggiungere poi casa dagli aeroporti d’arrivo).

Come che sia, anche per quel giorno non parte nessuno, e dopo oltre dieci ore in aeroporto tutti vengono ridestinati all’hotel della sera prima per una ulteriore notte, senza ancora avere certezze riguardo alle prospettive. Se non altro stavolta il check-in è più rapido, avendo già l’albergo tutti i dati dei pernottanti. I primi dei quali vengono accolti dal receptionist con humour irlandese: “Welcome back!”.

Dopo siffatte vicissitudini, sarà infine il briefing dell’indomani mattina nella hall dell’albergo a portare una ottima, e a quel punto quasi insperata notizia. Il tour-leader ha appena appreso via telefono dall’agenzia, e comunica in tempo reale, che – al netto di chi ha già fissato dei voli di rientro in autonomia – tutti gli altri riusciranno a ripartire quel giorno stesso, suddivisi in due sotto-gruppi la cui composizione è in via di definizione e che verranno prenotati su voli diversi (in un caso con uno scalo di mezzo), trovando poi negli aeroporti d’arrivo dei pullman riservati.   

Grazie all’interessamento dell’agenzia bolzanina, la prospettiva di permanenza forzata a Dublino, ostaggio degli ‘eventi’, è dunque scongiurata: e nel pieno della terza notte successiva al volo cancellato, i ridestinati sui voli sostitutivi riescono a tornare alle proprie case. Non senza ovviamente gli strascichi individuali accusati da più di una persona per appuntamenti saltati, lavoro perso, impellenze, situazioni private di vario genere. In aggiunta al disagio in sé.

Comprensibile quindi l’amaro in bocca che la disavventura ha lasciato a tutti i protagonisti, guardando in particolare al comportamento di una compagnia del nome di Lufthansa (che, fra l’altro, non avrebbe nemmeno motivato la soppressione del volo).

Certo è che i turisti del gruppo altoatesino, trentino, e quant’altro, di ragioni per tessere le lodi della compagnia aerea germanica non ne hanno davvero molte, considerato anche il ritardo che aveva accusato il loro volo d’andata. Quando cioè l’aeromobile LH diretto a Dublino era rimasto fermo sulla pista di Monaco di Baviera per ben un’ora e mezza, a pieno carico di passeggeri, per via di “problemi ai computer di bordo”: che in ultima battuta avevano richiesto perfino la convocazione fisica di un tecnico informatico. Problemi appurati evidentemente un minuto prima che l’aereo si alzasse in volo. E meno male.