Non è un primato di cui andare fieri. Al contrario: in fatto di cultura finanziaria il nostro Paese è agli ultimi posti. L’allarme proviene da AIEF (Associazione Italiana Educatori Finanziari), prima e unica associazione legalmente riconosciuta dal MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito) e dal MEF (Ministero dell’economia e delle finanze) che da anni è impegnata nella promozione e nella sensibilizzazione nei confronti della disciplina, in Italia. Il periodo storico che stiamo attraversando è caratterizzato da profonde incertezze, tuttavia mai come ora è importante acquisire consapevolezza dei problemi in essere, conservando lucidità e razionalità per poterli affrontare. Abbiamo fatto il punto della situazione con la dottoressa Angela Miola, referente per i rapporti istituzionali AIEF. Laureata in economia e commercio, con un trascorso professionale di commercialista, attualmente si occupa di finanza a 360°, essendosi specializzata nella consulenza assicurativa, finanziaria e patrimoniale.
Dottoressa Miola, qual è il livello dell’educazione finanziaria, in Italia?
“Le statistiche ufficiali rivelano un quadro piuttosto preoccupante. Il nostro Paese detiene, purtroppo, un triste primato, in quanto è fanalino di coda nell’ambito della cultura finanziaria. Abbiamo estrema necessità di parlare di educazione finanziaria. Nelle scuole la materia viene trattata marginalmente solo negli istituti tecnici commerciali, mentre è ignorata completamente nei licei, dove non è presente nemmeno a livello di semplice lettura. Ancora oggi le persone comuni ritengono che banche e poste siano istituzioni intoccabili, destinate a vivere in eterno, quando in realtà sono società come tutte le altre: nascono e muoiono alla stregua di qualunque azienda”.
Di cosa si occupa AIEF e quali attività svolge?
“AIEF è l’associazione di categoria degli Educatori Finanziari, fondata e costituitasi ai sensi della Legge 14 gennaio 2013, n. 4, con l’obiettivo di creare nuove figure professionali, che promuovano la cultura finanziaria in Italia. AIEF è la prima e unica associazione a potersi fregiare di un registro unico, composto da professionisti. L’associazione ha ricevuto l’accreditamento del MIUR e del MEF e, sebbene in Italia non sia ancora percepita, quella di ‘educatore finanziario’ è una professione a tutti gli effetti, tant’è che i nostri membri sono impegnati a sensibilizzare i cittadini e a diffondere le buone prassi riguardanti le tematiche del mondo finanziario. Gli argomenti sono molteplici: la disciplina parte dal baratto e si estende alla moneta virtuale”.
Perché sarebbe importante introdurre l’educazione finanziaria nelle scuole?
“Rispondo con un esempio del professor Bertelli: il denaro è da paragonare a un bimbo. Noi proteggiamo e accudiamo i bambini al fine di tutelarli dagli eventi esterni. Tuttavia, l’uomo ha la possibilità di evolversi e di misurarsi con le sfide della vita solo quando esce di casa. Con il denaro abbiamo la stessa tipologia di pensiero. Ora, in tempi di crisi, le persone comuni ritengono di proteggerlo, nascondendolo sotto il materasso. In realtà è proprio così che si fa perdere valore ai nostri soldi: il denaro è un mezzo per proteggerci dagli infortuni, per farci curare nei centri migliori, per programmare il nostro futuro attraverso gli investimenti corretti. È il denaro che aiuta noi, non il contrario. Proprio per questo è importante che anche i più giovani vengano istruiti molto presto intorno all’educazione finanziaria ”.
Stiamo attraversando un periodo difficile. C’è chi ripete, come un mantra: “Io non andrò mai in pensione”. Cosa conviene fare? Lasciare i soldi in azienda o aprire un fondo pensione? Negli ultimi tempi la previdenza complementare è stata messa in discussione…
“Faccio una considerazione da laureata in economia e commercio. L’INPS, per quanto sia al centro delle critiche, esisterà per sempre. Potrà modificare parametri e modalità riguardanti i contributi, ma non sparirà. Il governo tecnico di Monti adottò provvedimenti che nessun governo, di nessuno schieramento politico, avrebbe mai potuto adottare. I partiti non avrebbero mai avuto il coraggio di assumersi responsabilità così gravose, compiendo scelte impopolari, sempre procrastinate. Le decisioni -per quanto dolorose- della Fornero erano le uniche possibili: le sue lacrime, sincere, rivelavano che, per guarire, il malato avrebbe dovuto ingoiare una medicina molto amara. Non tutti si sono accorti che la società è cambiata: il settantenne di oggi è ancora attivo, nel pieno delle forze. Una volta non era così. Lo Stato non è più in grado di assisterci per tutta la vecchiaia e proprio per questo è fondamentale riflettere sul futuro, fin da giovani. Aprire un fondo pensione, da ragazzi, significa avere addirittura la possibilità di smettere di lavorare a 50 anni. Noi di AIEF lo ripetiamo da sempre: occorre sensibilizzare innanzitutto i genitori”.
C’è chi sostiene che, di questi tempi, sia preferibile non fare nulla, lasciando i propri risparmi sul conto corrente. Che cosa ne pensa?
“Lasciare la liquidità in eccesso sul conto corrente non ha alcun senso. Chi fa trading conosce bene il meccanismo: i mercati possono andare in ‘up’ o in ‘down’, esattamente come la nostra vita. Il trader professionista è consapevole di poter guadagnare sia quando le cose vanno ‘bene’, sia quando si mettono ‘male’. L’incertezza del mercato è in realtà il mercato stesso: si può vivere benissimo sia in ‘up’, sia in ‘down’. Ciò che invece è fondamentale capire è che l’’up’ mi servirà a fronteggiare gli eventuali ‘down’, che inevitabilmente si presenteranno durante la vita”. Tutti ora si lamentano dell’inflazione, quando in verità nessuno ha considerato le oscillazioni del mercato degli ultimi 20 anni. La programmazione del futuro è fondamentale”.
Investire in oro fisico, in criptovalute, nei fondi: qual è la ricetta giusta?
“La ricetta giusta è diversificare il portafogli. Il cittadino comune ha la possibilità di risparmiare al massimo il 10-15% del proprio reddito: tale risparmio va diversificato, partendo però dai bisogni primari. Innanzitutto: dalla sicurezza, cioè dalla protezione (assicurazione sulla vita, contro gli infortuni, etc…); poi si deve pensare al risparmio e, quindi, agli accantonamenti e solo alla fine agli investimenti veri e propri. La piramide di Maslow lo insegna: esiste una scala gerarchica delle necessità umane. Noi Italiani tendiamo a fare esattamente il contrario: quando ci sposiamo miriamo subito ad acquistare la casa, trascurando invece la protezione. Investire va benissimo, ma solo dopo aver soddisfatto le esigenze primarie. Sa cosa fanno i ragazzi di oggi, al loro primo stipendio?”.
Sentiamo…
“Corrono ad acquistare il macchinone. Non l’utilitaria, ma la macchina di lusso. Poi, quando si sposano e comprendono le vere priorità, fanno marcia indietro. Quando ci si interroga sugli investimenti bisogna porsi innanzitutto la seguente domanda: “In quale punto della piramide ti trovi?”.
Come si stanno comportando i mercati oggi? Ci troviamo nella fase di ritracciamento?
“Sì, la fase di ritracciamento è iniziata verso la fine del 2022. I mercati stanno mostrando dei segnali di ripresa, con un andamento semi-normale”.
Ottobre è il mese dell’educazione finanziaria: quali sono i progetti in cantiere?
“Come AIEF abbiamo intenzione di coinvolgere maggiormente le scuole. E poi abbiamo in programma di incontrare anche le associazioni, i Comuni. I servizi sociali ci hanno chiesto, ad esempio, di spiegare l’educazione finanziaria ai ragazzi in difficoltà: istruire le categorie più fragili è importante per prevenire raggiri e truffe. Imparare a leggere lo scontrino della spesa rappresenta già una base di partenza. Dice un vecchio adagio: “Se insegni a pescare a qualcuno non morirà mai di fame, cosa che invece accade se non adopererà correttamente la lenza”.
Foto, logo riprodotto per gentile concessione di AIEF