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Inchieste e intercettazioni, l’avvocato Milanese: “Sbagliato affidarsi solo alla scienza”

13 Marzo 2023

Inchieste e intercettazioni, l’avvocato Milanese: “Sbagliato affidarsi solo alla scienza”

L’inchiesta di Bergamo e le intercettazioni -dal contenuto raccapricciante- tra politici ed esponenti della Sanità stanno facendo emergere, seppure lentamente, l’amara verità: la gestione della pandemia fu una questione molto più politica che sanitaria. Nelle chat pubblicate da alcuni organi di informazione si sono ravvisate non solo la totale impreparazione di fronte all’arrivo del virus, ma anche la volontà di assumere decisioni prive di qualsiasi fondamento scientifico, quali l’introduzione dei lockdown, la chiusura delle scuole, il divieto di celebrare i funerali. Più che di scienza bisognerebbe parlare di fantascienza. Tuttavia il quadro completo della situazione è ancora lontanissimo dal venire a galla. Restano da accertare, per esempio, le motivazioni che hanno indotto i vari governi e gli uomini di scienza “istituzionali” ad ostacolare i medici di “terapia domiciliare”, nonostante l’acclarata efficacia degli antinfiammatori nella prima fase della malattia, oltre al silenzio tombale sugli effetti avversi dei vaccini anti-Covid. Sebbene le pubblicazioni scientifiche si moltiplichino, ancora oggi i ricercatori italiani che affrontano la tematica delle reazioni post-iniezione rischiano procedimenti disciplinari gravissimi. Ne abbiamo parlato con l’avvocato Olga Milanese, prima firmataria -nel settembre 2021- del referendum contro il Green Pass, nonché presidente dell’associazione Umanità e Ragione. Il legale si è occupato della violazione dei diritti inderogabili durante il periodo pandemico e del rischio della società di farsi guidare dallo scientismo, anziché dalla Costituzione.

Avvocato, parliamo dell’inchiesta di Bergamo: Conte e Speranza indagati. È soddisfatta? Il caso è chiuso?

“Al di là del prevedibile esito, direi che il caso non è mai stato aperto. Lockdown e quarantene sono strumenti arcaici assolutamente inidonei a prevenire la diffusione di eventuali contagi e questo non solo era già chiaro all’epoca a chiunque fosse riuscito a preservare un minimo di buon senso, ma è ormai candidamente ammesso anche dai sedicenti scienziati che si sono resi strumento della propaganda di Stato. Come spesso accade, l’Italia è rimasta indietro di svariati anni rispetto agli altri Stati che già nel 2020 in due, massimo tre settimane, abbandonarono l’idea di ricorrere ai lockdown per contrastare la cd. pandemia”.

Le intercettazioni pubblicate da alcuni organi di informazione coinvolgono politici ed esponenti della Sanità. Il loro contenuto è agghiacciante e conferma ciò che ricercatori, giuristi e giornalisti indipendenti ripetevano da anni: gestione politica della pandemia e vera Scienza assente…

“Il vero problema è che lo Stato ha sin da subito giustificato le proprie scelte liberticide trincerandosi dietro presunte indicazioni “scientifiche”, che noi ben sapevamo essere assenti o manipolate. E del resto non ci si può aspettare rigore ed indipendenza di giudizio là dove v’è conflitto di interessi, un principio che abbiamo saputo invocare fino alla nausea per attaccare il politico di turno, ma che abbiamo presto dimenticato di applicare per la categoria medico-scientifica.  Non dimentichiamo poi che le scelte iniziali del governo Conte-Speranza si fondavano su verbali del CTS secretati e che solo in un secondo momento ne fu reso noto il contenuto agli Italiani, un contenuto ben diverso da quello dichiarato dal Governo.
Resta, però, un punto fondamentale: il governo di un Paese non può essere affidato alla scienza, vera o falsa che sia. La gestione di una Nazione investe tante e tali problematiche che ridurre il tutto ad una questione scientifica è operazione pericolosa che rischia di minare -come di fatto ha minato- la struttura democratica del Paese e lo Stato di diritto. Non a caso, qualcuno ha detto: la scienza non è democratica. E questo dovrebbe farci riflettere!”

I “televirologi” hanno dichiarato che le inchieste sono pericolose e stanno facendo marcia indietro: fino a ieri i più incolpavano il runner solitario, mentre oggi scoprono magicamente che le chiusure non avevano finalità sanitarie e che le mascherine erano praticamente inutili. Negli ultimi anni sono stati impediti addirittura matrimoni e funerali. La narrativa a senso unico sembra vacillare: ritiene sia aumentata la consapevolezza da parte della popolazione? 

“Purtroppo non credo che la popolazione abbia acquisito la maturità che le consentirebbe di mettersi al riparo da future nuove derive anti-democratiche. Se vediamo quanto accade negli altri Stati, dove migliaia di persone continuano a scendere in piazza per protestare contro la guerra, contro l’omertà sui danni da vaccino, contro le nuove misure liberticide attuate in alcune regioni europee e buttiamo contestualmente un occhio alle piazze e alle strade italiane, notiamo subito quanto lavoro ci sia ancora da fare. Gli Italiani non si son fatti scrupolo di emarginare i propri fratelli, di segregarli, discriminarli, di trattarli come criminali, adulti, ragazzi, bambini, senza distinguo, una vergogna che non si è vista in altri Paesi, dove probabilmente le persone sentono ancora visceralmente di essere “un popolo” e, dunque, di non doversi tradire, di non potersi tradire. Abbiamo imparato qualcosa da quanto è accaduto? Non credo, non ancora. Non so se manchi consapevolezza o semplicemente coraggio, probabilmente difettano entrambe le qualità, ma sono certa che in un futuro non lontano ci sarà una svolta anche per noi”.

Che il Green Pass fosse uno strumento per controllare la popolazione veniva definito il pensiero dei “complottisti”. Ora, però, il lasciapassare non c’è più: scampato pericolo, allora?

“Il lasciapassare esiste ancora non solo a livello europeo, ma anche a livello nazionale, perché la validità del sigillo elettronico è stata prorogata in Italia per diversi anni con un decreto ministeriale del 2021. Avvisammo di questo pericolo quando organizzammo la raccolta firme per il referendum abrogativo delle norme sul Green Pass, ma la disinformazione anche e soprattutto nel mondo della cd. “controinformazione” ha generato e genera tuttora un caos che ostacola ulteriormente ogni tentativo di sollecitazione della partecipazione attiva della popolazione alla gestione delle problematiche che investono il Paese”.

Nei mesi scorsi la Corte costituzionale ha dichiarato la legittimità dell’obbligo vaccinale, facendo una valutazione ex ante. In una sentenza ha salvato l’obbligo sostenendo che, sebbene non potessero fermare il contagio, i vaccini avrebbero ridotto le ospedalizzazioni: è un modo per giustificare TSO (trattamenti sanitari obbligatori) generalizzati, in futuro, per qualsiasi patologia?

“In primo luogo, va detto che, trattandosi di due sentenze di rigetto e una di inammissibilità, sono pronunce che non hanno valenza erga omnes e non consentono di ritenere definitivamente acclarata la legittimità delle norme censurate, ben potendo la questione essere riproposta sotto diversi motivi. Tuttavia, ciò che dovrebbe destare attenzione è che in queste pronunce c’è un’enorme mancanza: manca del tutto la valutazione delle conformità della disciplina sull’obbligo vaccinale ai precedenti costituzionali, che è proprio il precipuo compito che la Costituzione affida alla Consulta. Nelle sentenze n.14 e n.15 del 2023 leggiamo infatti che i giudici hanno ritenuto di dover valutare la conformità delle scelte del legislatore a “l’adeguata considerazione delle risultanze scientifiche disponibili in merito all’efficacia e alla sicurezza dei vaccini”, oppure “la coerenza della disciplina con il dato scientifico posto a disposizione” e le “conoscenze medico-scientifiche del momento”, quando invece il giudizio della Corte avrebbe dovuto riguardare il rispetto -e quindi la non violazione- da parte del legislatore dei diritti e delle libertà sancite e garantite dalla nostra Costituzione. Sotto questo aspetto si potrebbe dire che il giudizio della Corte sulla legittimità costituzionale dell’obbligo vaccinale è addirittura inesistente…”.

Le associazioni Umanità e Ragione ed EUNOMIS hanno presentato ricorso al Tribunale UE per dichiarare nulle le autorizzazioni definitive all’immissione in commercio dei vaccini anti-Covid. Perché?

“Il ricorso è stato presentato lo scorso dicembre da me e dal collega Montanari nell’interesse di un ricorrente e con il supporto delle nostre associazioni. Abbiamo chiesto l’annullamento delle autorizzazioni definitive rilasciate per questi prodotti perché sono lampanti le violazioni regolamentari occorse nel processo autorizzatorio dei cd. vaccini Covid-19. Non si è tenuto in alcun conto delle chiare evidenze sulla pericolosità dei farmaci in questione, né della palese mancanza di studi di efficacia e sicurezza. Abbiamo, inoltre, evidenziato le irregolarità emerse nei trials e i numerosi e gravi eventi avversi verificatisi durante l’uso di questi vaccini. Sarà molto difficile superare lo sbarramento della procedibilità ma bisognava comunque tentare”.

Chi pubblica uno studio scientifico sugli effetti avversi post-vaccino oppure esprime un’opinione contraria alla narrazione dominante rischia procedimenti disciplinari o di compromettere la propria carriera. Perché il dibattito scientifico viene regolarmente soffocato? La libertà della ricerca è in pericolo?

“Se c’è qualcosa che l’esperienza degli ultimi anni ci ha insegnato è che la ricerca non è quasi mai libera, almeno non quella condotta a certi livelli.
Quanto ai motivi degli ostacoli apposti alla libera informazione, temo che siano molto semplici e del resto la storia ce li ha raccontati molte volte.
Qualsiasi regime e/o dittatura vive solo ed esclusivamente grazie alla sottomissione delle persone sulle quali esercita il proprio potere. La “critica”, la consapevolezza, l’opinione dissenziente non sono ammessi, in quanto potenzialmente in grado di scardinare il sistema di potere eretto. Quando ci si ritrova in questi contesti è inevitabile che le persone che perseguono ideali di verità e giustizia vengano ostacolate in ogni modo. La libertà di parola, la libertà di opinione, la libertà di ricerca, la libertà di dissenso rappresentano un pericolo per chi ha imposto il proprio governo con misure afflittive che difficilmente verrebbero tollerate dai cittadini in assenza di un’opera di plagio e di persuasione, spesso resa possibile proprio tramite il ricorso alla cd. “scienza ufficiale”. O abbiamo già dimenticato il manifesto degli scienziati razzisti?”

Umanità e Ragione ha presentato un esposto alla Corte penale internazionale, per denunciare la violazione dei diritti inderogabili durante il periodo pandemico. Novità da L’Aia?

“Pochi giorni fa abbiamo depositato un’integrazione di denuncia in cui abbiamo dato atto delle ulteriori violazioni dei diritti umani occorse in questi mesi e dell’impossibilità di ottenere giustizia in questo Paese, giustizia da ultimo negata persino dal massimo organo deputato alla tutela dei diritti costituzionali, la Consulta. Abbiamo allegato ulteriore materiale probatorio e le nuove denunce pervenuteci nei mesi successivi al deposito dai privati cittadini. Auspichiamo che la C.P.I. dia finalmente ascolto al popolo italiano e non ci fermeremo di fronte ad un eventuale riscontro negativo”.

Agli Over 50 non vaccinati continuano ad arrivare gli avvisi di addebito della sanzione amministrativa di 100 euro, per la violazione dell’obbligo vaccinale. Tale obbligo non era stato sospeso? Chi riceve l’avviso deve pagare ugualmente?

“È ormai chiaro che quasi tutti gli avvisi sono stati spediti nonostante la sospensione decretata a fine dicembre, probabilmente quando il processo notificatorio era già stato avviato per la maggior parte degli Italiani. Chi riceve l’avviso ha, quindi, due alternative: pagare o impugnarlo, in quanto i termini di opposizione non sono sospesi e, se non si provvede a proporre tempestivamente ricorso, l’atto diviene definitivo, restando preclusa la possibilità di impugnarlo in un secondo momento. A tale scopo, Umanità e Ragione ha predisposto un modello di ricorso e fornito ogni informazione utile per consentire a chiunque voglia di impugnare l’avviso in autonomia, senza dover ricorrere ad un legale ed evitando così le spese di assistenza”.

Foto, Olga Milanese