Imprese orientate all’export sono strategiche per l’Alto Adige

Per la prima volta nella storia il valore dell’export altoatesino ha superato i sei miliardi di euro su base annua crescendo del 16,2 per cento rispetto al 2021 e toccando i 6,76 miliardi. Di questo e altri numeri chiave espone Harald Oberrauch, Vice-Presidente di Assoimprenditori Alto Adige con delega all’Internazionalizzazione.

Euro 6.761.000.000 è il valore euro:
il valore delle esportazioni altoatesine nel 2022. Nel 1992, prima dell’entrata in vigore del mercato unico europeo, era pari a 1,2 miliardi. Nel 2009, al culmine della crisi finanziaria, ammontava a 2,76 miliardi. Nel 2020, anno delle restrizioni Covid, era di 4,96 miliardi. L’88 per cento dell’export altoatesino è generato dal settore produttivo.
“La crescita esponenziale del nostro export rappresenta un risultato straordinario che dimostra come l’industria altoatesina abbia saputo affrontare con grande visione le sfide di questi anni. La crescita del commercio internazionale non è scontata: per restare competitivi sui mercati globali servono continui investimenti in innovazione e processi produttivi e di gestione sempre più efficienti. Accanto alla competitività delle imprese è fondamentale quella del territorio: su questo aspetto Alto Adige, Italia ed Europa sono chiamate a fare dei passi avanti. Stati Uniti e Cina stanno investendo massicciamente per sostenere le proprie industrie, è quello che dovremo fare anche noi”, dichiara Harald Oberrauch, Vice-Presidente di Assoimprenditori
Sono 2.061 gli operatori economici altoatesini che hanno effettuato vendite di merci all’estero nel 2021: e rappresentano meno del 5 per cento del totale di circa 45.000 imprese non agricole attive sul territorio provinciale. Circa il 50 per cento dell’export viene generato dai 22 esportatori principali, 231 imprese gestiscono il 90% dell’export complessivo.
Le imprese più strutturate e maggiormente vocate all’export sono strategiche per il nostro territorio, chiarisce ulteriormente Oberrauch. Allo stesso tempo c’è bisogno di misure che accompagnino le PMI nella trasformazione energetica e digitale e in un percorso verso i mercati internazionali. Serve inoltre una strategia complessiva rivolta ai giovani che comprenda formazione di carattere internazionale, politiche abitative e promozione dell’Alto Adige come best place to work”.
Il 25 per cento è la quota di export sul PIL altoatesino, pari a circa 24 miliardi di euro. Fino al 2017 la quota di export sul PIL locale non aveva superato il 20 per cento.
“Il forte aumento della quota di export sul PIL evidenzia come buona parte della crescita del nostro territorio in questi ultimi anni sia stata creata grazie all’internazionalizzazione. Una visione incentrata sulla sola politica del chilometro zero è limitante: le imprese vocate all’export rafforzano i circuiti locali. È grazie al valore creato sui mercati internazionali che è possibile finanziare posti di lavoro altamente qualificati, investimenti privati e servizi pubblici sul territorio. Allo stesso tempo la quota di export sul PIL è ancora bassa rispetto ad altri territori vicini come il Tirolo o il Veneto, dove supera il 40 per cento.

Foto.@ Harald Oberrauch, Vice-Presidente di Assoimprenditori Alto Adige con delega all’Internazionalizzazione