Roma locuta, causa finita. La Consulta ribadisce le competenze esclusive dello Stato

Dal febbraio 2020 il mondo è assediato dalla pandemia Covid 19. Dalla primavera successiva i governi delle Province autonome hanno più di una volta messo in discussione i loro rapporti con il governo di Roma nella gestione della pandemia. Una sentenza della Consulta ribadisce nuovamente i limiti invalicabili delle autonomie locali. In particolare la Corte costituzionale si è ora espressa in merito ad una controversia riguardante l’introduzione del coronapass provinciale – che attestava l’avvenuta vaccinazione o il test negativo al Covid per poter accedere alle strutture ricettive e alle attività ricreative. Questo sempre anticipando le misure nazionali legate all’introduzione del green pass nazionale. Il provvedimento provinciale con contestuale introduzione del coronapass fu allora contestato dal Garante della privacy, il quale aveva invitato l’Amministrazione provinciale di Bolzano a non introdurre un uso delle certificazioni verdi difforme da quello previsto dalla legge dello Stato. A Bolzano gli avvocati della Provincia su incarico della Giunta proposero un ricorso presso la Consulta sollevando il conflitto di attribuzione, ritenendo che le pronunce del Garante violassero la sfera delle competenze provinciali. I giudici di piazza del Quirinale hanno, però, ritenuto il ricorso di Bolzano del tutto infondato e ribadito che spetta unicamente allo Stato, con apposita legge o atto normativo avente forza di legge, subordinare l’esercizio di determinati diritti o libertà, chiarendo così che l’Amministrazione provinciale non avrebbe potuto obbligare nessuno ad esibire il coronapass.