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Italia. Non è Paese per giovani, dice l’Istat

27 Luglio 2022

Italia. Non è Paese per giovani, dice l’Istat

L’Italia non è un Paese per giovani. Dall’ISTAT arriva un nuovo rapporto ed è preoccupantela sintesi è che nel Bel Paese vi sono troppe disuguaglianze, serpeggia disagio ed ansia collettiva. Viviamo male, inutile nasconderlo. E vivono (mediamente) peggio, dice sempre l’Istat, donne, giovani, meridionali, disabili e i cosiddetti “caregiver”, cioè  gli assistenti familiari che aiutano e assistono un proprio congiunto. Figura da non confondersi con la badante. E figura (si stima) in aumento dell’85% nei prossimi decenni a causa del progressivo invecchiamento demografico. Oggi i caregiver sono 7 milioni. Addio secondo l’ISTAT anche alle famiglie numerose. È sparito il patriarcato, il sistema sociale che i greci chiamavano “la legge del  padre” (ed è un bene, come sostiene il Movimento femminista e non solo). In compenso (dice sempre l’Istat) sono aumentate le “famiglie unipersonali”, cioè è boom  di single. Se ne calcolano oltre 9 milioni. Insomma il 15%. Media nazionale. Nel Nord-ovest il primato: 37,7%. Più che raddoppiato in 50 anni. Inoltre, le donne sono sottopagate e fanno sempre meno figli; oltretutto sempre più tardi. Idem le straniere. I giovani sono capaci di stare a casa con mamma e papà fin dopo i 34 anni. I giovani che restano nelle famiglie di origine sono 7 milioni pari al 67,6%; fascia 18-34enni. Altro dato eloquente: il 34,4% degli Under 34 ha un contratto precario (sul totale dei lavoratori). Sempre più giovani espatriano. Cercano lavoro e dignità. Come fanno, ad esempio, i nostri giovani ricercatori estenuati da burocrazia, baronato (vergogna italiana), precariato, retribuzioni risibili. Ma abbiamo una certezza. I giovani ce la faranno, nonostante il Governo. Ma questa è un’altra storia.