La Giornata mondiale della donna tra luci e ombre

Oggi, 8 marzo, si celebra la giornata internazionale della donna, e non è una “festa” secondo questa fuorviante espressione perché scopo della ricorrenza è la riflessione sul ruolo della donna nella società, a cominciare dalla famiglia, nel mondo del lavoro, nella politica, al rispetto dovutole in quanto persona prima che come donna.
Dalle lotte per il suffragio universale, alle azioni di rivendicazione di migliori condizioni salariali e della cosiddetta parità di trattamento sul lavoro, alla acquisizione di maggior peso sociale, il Novecento, un secolo breve ma piuttosto intenso, ha visto le donne occidentali uscire da una situazione che oggi definiremmo di inferiorità o estrema subalternità rispetto agli uomini per assurgere ad un sostanziale miglioramento della loro vita.
È normale oggi, impensabile fino a pochi anni fa, vedere ragazzi e uomini fare la spesa o portare i figli al parco, a scuola, in palestra, e a riportarli a casa. Inimmaginabile che un uomo sacrificasse qualche ora di lavoro per occuparsi dei bambini, “roba da donne” si diceva.
Certo, per raggiungere un’effettiva e piena parità di genere c’è ancora molto da fare. Le donne ricevono tuttora una retribuzione media del 31% più bassa rispetto a quella di un uomo, le violenze sessuali sono all’ordine del giorno, talvolta persino in famiglia e da parte del proprio compagno di vita.
Riguardo questa drammatica realtà ricordiamo che nel 2009 è nato a Firenze il progetto sperimentale del CAM, Centro Ascolto uomini Maltrattanti, un progetto sperimentale inizialmente con quattro sedi in Italia – Ferrara, Roma, Cremona e nord Sardegna –con lo scopo di supportare uomini violenti “pentiti” che vogliono intraprendere un percorso di cambiamento assumendosi la responsabilità del proprio comportamento.