“Il Consiglio di Stato ha deciso di bocciare definitivamente la sentenza con la quale il Tar, con cognizione, aveva annullato le linee guida per la cura domiciliare del Covid-19. Una decisione politica, drammaticamente politica, che ovviamente non ci ha sorpreso, ma che rappresenta l’immobilismo di un sistema che pur di proteggere i propri interessi di parte, sceglie di ignorare l’evidenza”: con queste parole l’avvocato e presidente dell’UCDL (Unione per le Cure, i Diritti e le Libertà), Erich Grimaldi, commenta il pronunciamento del giudice amministrativo. “Per questa ragione -prosegue il legale- UCDL, nata dai cittadini per il sostegno ai medici delle cure domiciliari precoci, oggi si trasforma in movimento politico. Se la democrazia ha ancora un valore e un senso in questo Paese, è venuto il momento di dimostrarlo, con la volontà di cambiare le cose, per rispetto a quanto abbiamo sopportato in questi due anni e perché la politica torni ad essere per prima cosa un servizio al cittadino”. La sentenza dà ragione al Ministero della Salute, riabilitando il “paracetamolo e la vigile attesa” quale cura contro il Covid, sottolineando in particolare che “la c.d. vigile attesa non è e non può essere concepita, se si esaminano con attenzione la Circolare e le raccomandazioni dell’AIFA, come un rassegnato immobilismo, negazione della stessa medicina nella sua funzione e, per alcuni pazienti più vulnerabili, preludio certo dell’ospedalizzazione, con esiti talvolta e purtroppo fatali. La gestione dei soggetti con malattia lieve deve prevedere anzitutto, come la circolare qui contestata prevede, l’attenta valutazione dei parametri clinici essenziali, al momento della diagnosi di infezione, ed il monitoraggio quotidiano, per individuare precocemente segni e sintomi di instabilità clinica correlati all’alterazione dei parametri fisiologici (pressione arteriosa, frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, temperatura corporea, livello di coscienza, saturazione di ossigeno) che permetterebbero di identificare – appunto attraverso un atteggiamento di vigile attesa – il rischio di un rapido peggioramento clinico e di bloccarne tempestivamente l’evoluzione. La “vigile attesa”, lungi dal costituire dunque un’inerzia ingiustificabile, postula invece tutta una serie di attività fondamentali, ampiamente riconosciute e dettagliate nella circolare del Ministero, e tra le altre, il monitoraggio e l’identificazione precoce di parametri e/o condizioni cliniche a rischio di evoluzione della malattia, con la conseguente necessità di ospedalizzazione, e la prescrizione di norme di comportamento e terapie di supporto in relazione al quadro clinico in evoluzione”. “Quanti malati hanno ricevuto tutte queste attenzioni, nelle loro case? Quanti sono stati monitorati e assistiti adeguatamente? La verità è che la maggior parte è stata abbandonata a sé stessa”, ribatte l’avvocato Grimaldi. “Quanto, infine, al preteso effetto peggiorativo del paracetamolo –si legge nella sentenza– in relazione all’azione sul glutatione (riportato nel lavoro del dott. Chirumbolo citato nel ricorso) e, quindi, all’affermata migliore efficacia dei FANS per il trattamento sintomatico del COVID-19 (desumibile dalla citazione dello studio di Suter et al.), bene ha evidenziato il Ministero appellante che non ci sono, nello specifico, studi comparativi e che tutte le linee guida internazionali – al pari di quelle qui contestate – raccomandano indifferentemente i due farmaci, riferendosi per lo più genericamente ad antipiretici antiinfiammatori lasciando al medico l’opportunità di scegliere sulla base della valutazione dei singoli casi”. E ancora: “La descrizione delle esperienze dei singoli medici tuttavia, ove non esitata nella conduzione di studi clinici idonei, non può rappresentare il presupposto scientifico su cui basare scelte di tipo regolatorio e raccomandazioni per la pratica clinica poiché solo gli studi clinici randomizzati e controllati consentono di ottenere informazioni attendibili in merito all’efficacia e alla sicurezza dei farmaci”. Il Consiglio di Stato lamenta la mancanza di studi adeguati, riguardo alle terapie domiciliari precoci contro il Covid, senza però citare quelli che proverebbero l’efficacia del paracetamolo. “Negli ultimi due anni abbiamo invocato a più riprese che venissero effettuati studi clinici randomizzati e controllati, per dimostrare la validità delle cure precoci. Le nostre richieste sono state sempre respinte. Dove sono, piuttosto, le evidenze scientifiche sulla Tachipirina? Perché il Consiglio di Stato non dice nulla, al riguardo?”, continua l’avvocato Grimaldi. Nella dettagliata memoria presentata dal legale la questione della “Tachipirina e della vigile attesa” emerge in tutta la sua gravità: “Significativo è un recente studio sull’utilizzo dei fans che vanno assolutamente preferiti al paracetamolo che riduce le scorte di glutiatione, favorendo l’avanzamento della malattia. https://pesquisa.bvsalud.org/global-literature-on-novel-coronavirus-2019-ncov/resource/pt/covidwho-1366118 . Si ritiene opportuno far osservare anche, come la sinergia tra vari farmaci, così come previsto in uno schema terapeutico che permetta al medico di abbinare, in scienza e coscienza, senza condizionamenti e vincoli, più rimedi che dall’esperienza ha visto poter essere utili, possa rivelarsi risolutiva e migliore rispetto all’utilizzo del singolo principio attivo e che, quindi, tale aspetto doveva essere tenuto in debita considerazione in fase di ricerca. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34130113/ . In ogni caso, ad ulteriore conferma della motivazione che giustifica la necessità di sospendere, con effetto immediato, il dannoso utilizzo di paracetamolo, si allegano due articoli relativi all’importanza del meccanismo d’azione del glutatione (che la tachipirina va a ridurre), dai quali è possibile evincere quanto questo sia, insieme al NAC, suo precursore, e alla Vitamina C, piuttosto da somministrare per sopperire allo stress ossidativo alla base del crollo dei pazienti COVID. I medici del comitato cura Domiciliare, da tempo, hanno avuto modo di verificare repentini miglioramenti in seguito ad una decisa terapia di integrazione di questo tipo, che si pone quindi in perfetta antitesi alla somministrazione di paracetamolo.https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2052297521000615 https://faseb.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1096/fj.202001807. Si indicano, infine, ulteriori tre pubblicazioni che pongono nello specifico il problema qui trattato: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/bcpt.13690
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/jmv.27158 https://www.bmj.com/content/368/bmj.m1086/rr-18.
La scrivente difesa comprende, dall’atteggiamento del Ministero, che utilizzare il paracetamolo, nel gruppo di controllo, in luogo dei fans, comporterebbe una probabile ospedalizzazione di molti pazienti presenti nel primo gruppo, con rischio per la salute pubblica. Le linee guida per gli interventi sulla salute pubblica vengono in genere redatte dalle società scientifiche sulla base delle evidenze scientifiche presenti in letteratura. Tali evidenze possono essere ritenute, dagli esperti, che sono deputati alla formulazione delle linee guida, forti, o deboli, in base al tipo di studi presenti in letteratura (studi di metaanalisi di più studi randomizzati e controllati, studio randomizzato e controllato con sufficiente potere, studi osservazionali, casi clinici etc.). In realtà le linee guida, a seconda della forza delle evidenze su cui si basano possono essere considerate delle “indicazioni” o dei “suggerimenti” e non devono contenere prescrizioni di non utilizzo. La scrivente difesa non comprende, assolutamente, su quali evidenze scientifiche sono basate le indicazioni alla vigile attesa e terapia con paracetamolo, atteso che, allo stato, non esistono, a supporto di entrambe le indicazioni, evidenze scientifiche che supportino una terapia con paracetamolo o la vigile attesa per il trattamento della Covid-19. Anzi, recenti studi stabiliscono l’esatto contrario, rispetto al paracetamolo, che riduce le scorte di glutiatione. In letteratura scientifica, invero, sono presenti molti studi (tra cui 3 studi italiani e 2 indiani come sopra richiamati), anche se con evidenza debole, che indicano come la vigile attesa sia una scelta completamente anti-scientifica e, come, il paracetamolo non solo non sia indicato, ma addirittura possa risultare controindicato”. “È evidente il fatto che la politica ha condizionato pesantemente la decisione del Consiglio di Stato. La giustizia amministrativa non è indipendente, perciò è giunto il momento di scendere in campo: da questo momento UCDL si trasformerà in un movimento politico”, conclude l’avvocato. La presentazione del neo-movimento, che conta centinaia di migliaia di aderenti, sarà presentato alla stampa alle ore 11 del prossimo 22 febbraio, presso Palazzo Montecitorio di Roma.