Pensionati. L’aumento delle pensioni è insufficiente a causa dell’inflazione”, così le organizzazioni sindacali

Buone notizie per i pensionati. Dal primo gennaio 2022 gli assegni previdenziali diventano più sostanziosi con la rivalutazione dell’1,7%. In una nota congiunta i segretari dei sindacati dei pensionati Alfred Ebner (Spi/Cgil), Annarita Montemaggiore (Fnp/Cisl), Danilo Tomasini (Uilp-Sgk), e Stephan Vieider (Asgb) si dicono soddisfatti della novità, ma mettono in guardia: gli aumenti probabilmente non bastano di fronte al riaffacciarsi dell’inflazione, che non sarà transitoria come dichiarato dalla Banca centrale europea.
In base al meccanismo di perequazioni delle pensioni, stabilito di recente dal ministro dell’economia di concerto con il ministro del lavoro, il tasso d’inflazione applicato provvisoriamente è dell’1,7%. Come spiegano i sindacati, per il 2022 la perequazione sarà anche più favorevole per i pensionati e avverrà su tre scaglioni: le pensioni fino a quattro volte il minimo (2.062,32 euro) saranno rivalutate al 100%; quelle fra quattro e cinque volte il minimo (da 2.062,32 a 2.577,90 euro) al 90% e quelle sopra cinque volte il minimo (oltre 2.577,90 euro) al 75%.
A titolo di esempio, chiariscono i sindacalisti, con 2.000 euro di pensione si percepiranno 34 euro in più, con 2.500 l’aumento sarà di 41,76 euro e con 3.000 di 48,33 euro. L’adeguamento al minimo passerà poi dagli attuali 515,58 a 524,34 euro, mentre l’assegno sociale da 460,28 a 468,10 euro.
“In verità – affermano Ebner, Montemaggiore, Tomasini e Vieider – siamo di fronte a tassi di inflazione che, come affermano molti economisti, non rientreranno, ma lasceranno un segno permanente sui prezzi. La Banca centrale europea non pare inoltre intenzionata ad aumentare il tasso d’interesse per non bloccare la ripresa. Questa situazione rischia di danneggiare ulteriormente le pensionate e i pensionati. A livello locale a ciò si aggiunge un’erosione del potere d’acquisto delle pensioni con una perdita, negli ultimi 15 anni, di circa 11 punti”.
I sindacati chiedono da tempo di rivisitare il meccanismo di perequazione, tendendo conto dei consumi degli anziani. “Chiediamo un allargamento della Quattordicesima mensilità alle pensioni fino a tre volte il trattamento minimo. Va inoltre monitorata l’inflazione e in caso di sviluppi preoccupanti vanno attuati interventi per raffreddare la crescita dei prezzi, a partire da quelli energetici, che ricordiamo sono gravati di una forte imposizione”, concludono in una nota.

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